Shanghai Tower, il grattacielo “thermos” dall’anima sostenibile

Energie alternative e una struttura “green”, tutti i segreti dell’edificio più alto della metropoli cinese

Pudong, Shanghai, terra giganti di cristallo e acciaio. In quest’area urbana con la densità abitativa tra le più elevate al mondo ogni grattacielo è una piccola città, ma c’è una torre che svetta sulle altre e non solo per altezza.

È la Shanghai Tower, 632 metri di altezza (l’edificio più alto della Cina e uno dei più alti al mondo), 16.000 persone che entrano ed escono ogni giorno dalla sua hall e si lasciano “schizzare nel vuoto” dagli ascensori più veloci al mondo (74km/h), fiore all’occhiello dell’architettura e dell’industria ingegneristica internazionale soprattutto per le sue caratteristiche che la rendono un campione di sostenibilità.

E infatti il cuore di questa freccia che punta al cielo non sono tanto i suoi 128 piani, i 106 ascensori o i 380.000 metri quadrati calpestabili, quanto piuttosto che sue caratteristiche architettoniche che ancora oggi la rendono un esempio in tema di edilizia sostenibile.

L’anima sostenibile del grattacielo cinese

Ottenere la certificazione LEED Gold, ovvero le tre stelle, massimo riconoscimento in tema di sostenibilità assegnato dal China Green Building Committee, è stato l’obiettivo dei progettisti fin dall’idea iniziale del grattacielo che porta la firma dell’architetto americano Marshall Strabala.

L’intenzione era quella di realizzare un grattacielo a misura d’uomo che fosse pensato per assicurare il massimo comfort all’interno, riducendo però al massimo i consumi. Per fare questo sono state adottate una serie di soluzioni ingegneristiche e architettoniche che oggi rendono il grattacielo un caso di studio internazionale.

In primo luogo per la facciata esterna del grattacielo è stata adottata, per la prima volta in edifici di queste dimensioni, una soluzione “a doppia pelle”. L’involucro esterno della torre è infatti realizzato con una doppia superficie che divide l’area interna (dove ci sono gli appartamenti, gli uffici e gli spazi comuni) da quella esterna dove sono stati realizzati gli sky garden così come gli spazi di collegamento. In sostanza l’involucro esterno è costituito da pannelli che rappresentano una seconda corazza che protegge l’edificio dai venti e dalle escursioni climatiche trasformandolo in una sorta di thermos gigante.

Sempre per ridurre l’impatto delle raffiche di vento, la struttura esterna del grattacielo ha una forma curvilinea le cui caratteristiche sono state elaborate attraverso un programma di simulazione BIM che ha permesso, alla fine, di ridurre del 24% i carichi di vento permettendo alla torre di resistere a raffiche che superano i 50 metri al secondo.

In tema di alimentazione, invece, all’interno della torre sono stati realizzati una serie di impianti che permettono di ridurre al massimo i consumi. Il primo è l’installazione di una serie di turbine eoliche che sfruttano proprio i forti venti e assicurano una produzione annua di 350.000 kwh; il secondo è la presenza di un impianto geotermico che permette di coprire parte dei consumi necessari tanto per il riscaldamento quanto per l’aria condizionata. Infine l’intera struttura è caratterizzata da una serie di skygardens, giardini pensili collocati uno ogni 15 piani che rappresentano da un lato dei filtri naturali per la pulizia dell’aria e dall’altro luoghi di svago per gli “abitanti” della torre.

La sfida verso il cielo di Shanghai

Shanghai è oggi una delle tre città più estese al mondo, ma già nel 1993 i piani di sviluppo cittadini prevedevano la costruzione di un centro finanziario nell’area di Pudong che potesse diventare la base per alcuni dei grattacieli più alti e innovativi della storia.

Il primo, la Jin Mao Tower, è stato completato nel 1999, l’Oriental Pearl TV Tower (la torre che segna lo skyline cittadino) è stata terminata nel 1995, mentre il Shanghai World Financial Center – l’altro grattacielo che ormai compare in tutte le immagini della metropoli – è stato consegnato alla città nel 2008.

Sulla scia di questo ambizioso piano urbanistico è stato approvato nel 2008 il progetto dell’architetto Marshall Strabala (uno dei progettisti del Burj Khalifa di Dubai) che prevedeva la costruzione della torre più alta di Shanghai che fosse però anche un simbolo di sostenibilità per una città che cresce a vista d’occhio.

Il 29 novembre del 2008 la cerimonia di inaugurazione ha dato il via ai lavori della Torre e già nell’aprile del 2011 la struttura in acciaio aveva raggiunto il 18° piano. A febbraio del 2012 la torre aveva raggiunto i 230 metri di altezza mentre alla fine del 2012 lo scheletro raggiunse il 90° piano, pari a 425 metri. Per realizzare l’opera sono stati impegnati giorno e notte 5mila operai, che vivevano sul posto ed erano stati alloggiati in prefabbricati allestiti proprio ai piedi del grattacielo.

Il record viene raggiunto il 3 agosto del 2014, quando la Torre raggiunge i 632 metri di altezza che la certificano come il grattacielo più alto della Cina e il secondo al mondo dopo il Burj Khalifa di Dubai. Da allora il record della Shanghai Tower è stato battuto, ma le caratteristiche di sostenibilità e innovazione della torre di Pudong rimangono ancora un punto di riferimento e un modello da seguire per gli studi di architettura che si sfidano nella corsa verso il cielo.