Warragamba Dam, la diga che protegge Sydney dalla siccità

La storia dell’opera costruita dopo la Seconda Guerra Mondiale per assicurare l’acqua alla metropoli australiana

Una antica leggenda aborigena racconta la storia di due spiriti: Mirragan, una grande tigre, e Gurangatch, un essere mai visto, mezzo rettile e mezzo pesce, che vivevano nella laguna nata dall’incontro dei fiumi Wollondilly e Wingecarribee. La stessa laguna che venne interamente sommersa con la costruzione della Warragamba Dam.

Sarà per la leggenda o forse perché la diga, situata 65 chilometri a ovest di Sydney, assicura acqua per le 5 milioni di persone che vivono nella metropoli, ma la Warragamba Dam è da sempre un simbolo per l’Australia, esempio di come una infrastruttura possa mettersi al servizio delle persone, oltre a integrarsi alla perfezione con l’ambiente circostante.

Nell’insieme le dimensioni dell’impianto sono considerevoli: la diga è alta 142 metri e lunga 351 metri, il lago artificiale che crea ha una superficie di 75 chilometri quadrati, quattro volte più ampio del porto di Sydney.

E proprio grazie alle sue caratteristiche la Warragamba Dam è oggi uno degli impianti idroelettrici cittadini più grandi al mondo.

Diga di Warragamba: una storia che inizia nell’Ottocento

Al principio fu il conte Paul Strzelecki che nel 1845, esplorando la valle intorno al fiume Warragamba, individuò proprio in quella gola il luogo ideale dove costruire una diga. L’illuminazione dell’esploratore è contenuta nei suoi racconti di viaggio australiani, alimentati proprio dalla suggestione di creare un impianto capace di sfruttare al meglio l’incredibile occasione offerta dal corso dei fiumi che bagnano questi territori. I primi progetti di costruzione di una diga in quella zona risalgono infatti al 1867, ma negli anni successivi furono privilegiati altri territori fino alla fine degli Anni Venti, quando l’Australia fu colpita prima dalla Grande Depressione e dopo dalla Seconda Guerra Mondiale.

L’intuizione dell’esploratore polacco sarebbe divenuta realtà circa un secolo dopo, nel 1948, quando iniziarono finalmente i lavori di costruzione della diga, divenuti necessari da un lato per l’aumento della popolazione di Sydney e dall’altro per il sopraggiungere di lunghissime stagioni segnate dalla siccità. Proprio tra il 1934 e il 1942 Sydney visse le peggiori siccità della sua storia, con una pressione enorme sui cittadini che portò le autorità a dare il via ai lavori.

La costruzione della diga divenne una sfida nella sfida, perché ci vollero 12 anni per portare a termine il progetto con 1.800 persone costantemente impegnate nei cantieri. La Warragamba Dam aprì infatti solo nel 1960, ma subito dopo la sua apertura divenne uno strumento strategico per la città di Sydney e per i suoi abitanti, il vero e proprio bacino di acqua potabile di una delle più grandi città australiane.

Warragamba Dam: la sfida ingegneristica del Ventesimo secolo

La costruzione della Warragamba Dam è da molti considerata una delle sfide ingegneristiche del XX secolo. Per realizzarla è stato in primo luogo necessario deviare il corso del fiume; oltre a questo sono state realizzate due piccole dighe temporanee e un tunnel necessario per tenere secco il terreno. In queste operazioni sono stati rimossi 2,3 milioni di tonnellate di sabbia, mentre il calcestruzzo è stato realizzato in loco con un mix di 305mila tonnellate di cemento e 2,5 milioni di tonnellate di sabbia e ghiaia.

Per permettere ai lavoratori di recarsi in cantiere sono stati realizzati due ponti sospesi che collegavano il paese di Warragamba con i cantieri. Alla fine dei lavori uno dei due ponti venne demolito mentre il secondo rimase in piedi fino al 2001, quando una serie di danni costrinsero l’autorità che controlla la diga a demolirlo.

La costruzione della diga, terminata nel 1960, non mise fine ai lavori e alle opere di perfezionamento dell’infrastruttura. I primi interventi di ammodernamento furono realizzati negli anni Ottanta e di nuovo negli anni Duemila la diga stessa fu messa di nuovo in sicurezza per evitare possibili danni causate dalle inondazioni del fiume. Infine, nel 2006, venne costruito anche un impianto di pompaggio che permette oggi di raccogliere le acque nei momenti di maggiore siccità del fiume.

Grandi opere contro la siccità e per una gestione virtuosa dell’acqua

Warragamba Emergency Scheme, il nome iniziale del progetto che ha portato alla costruzione della diga, spiega alla perfezione il senso di questa scommessa. L’opera nasce infatti come una risposta stabile all’emergenza esplosa nel corso della Seconda Guerra Mondiale e confermata anche alla fine degli anni Quaranta del secolo scorso. Nel tempo, la città di Sydney è stata sempre più colpita dalla siccità e le autorità hanno avuto bisogno di assicurare un approvvigionamento di acqua per i suoi abitanti. Così è nata la Warragamba Dam, e così l’Australia in questi anni ha continuato a investire in progetti idroelettrici pensati per sfruttare al meglio la risorsa idrica. È questo il caso di Snowy 2.0, il maxi impianto di pompaggio delle acque e produzione di energia che il Gruppo Webuild sta realizzando nelle Snowy Mountains nel New South Wales. Oltre a gestire in maniera virtuosa l’acqua, l’impianto aumenterà di 2.000 MW la capacità di produzione energetica del vecchio impianto, arrivando a triplicare la capacità di pompaggio di acqua dell’intero sistema. Una rivoluzione per il settore idroelettrico australiano, che già oggi contribuisce per il 33,9% alla produzione totale di energie rinnovabili nel paese.