Grand Ethiopian Renaissance Dam: il più grande progetto idroelettrico d’Africa diventa realtà

Completati i lavori del maxi progetto che cambierà il futuro dell’Etiopia. Scopri i numeri dell’infrastruttura: dalle dimensioni del bacino di riserva all’energia prodotta dalle due centrali idroelettriche.

Il 9 settembre 2025 segna una data storica per l’Etiopia e per l’intero continente africano. Dopo anni di lavori, GERD, la Grand Ethiopian Renaissance Dam, è stata consegnata al governo etiope e alla Ethiopian Electric Power (EPP), la società pubblica responsabile della produzione e del trasporto di energia elettrica del Paese.

L’opera non è solo un’infrastruttura ma il simbolo di un sogno nazionale. Una sfida tecnica senza precedenti, che ha comportato anche la deviazione del Nilo Azzurro, funzionale alla costruzione del più grande progetto idroelettrico africano.

Inaugurare GERD significa quindi inaugurare una nuova stagione di indipendenza energetica, sviluppo industriale e modernizzazione in un continente che lotta ancora contro la scarsità di accesso all’elettricità. Un ritardo che l’Etiopia sta provando a colmare con una politica visionaria che punta sulle grandi dighe e sugli impianti idroelettrici per assicurare energia pulita al Paese.

Quel percorso, iniziato molti anni fa, vive adesso con GERD una delle sue tappe storiche, e permette al Paese di diventare un hub energetico regionale.

Grand Ethiopian Renaissance Dam: un progetto da record

Prima ancora del suo impatto in termini di energia idroelettrica prodotta, la grandiosità della Grand Ethiopian Renaissance Dam è tutta nelle sue dimensioni e nella sua complessità.

L’opera è infatti costituita da due grandi dighe:

– Quella principale, alta 170 metri, lunga in cresta 1.800 metri, è una diga a gravità in calcestruzzo rullato compattato (RCC), per la cui costruzione sono stati posati 10,7 milioni di metri cubi di materiale.
– La diga di sella è invece lunga 5 chilometri e alta 50 metri. Costruita in rockfill con un paramento in calcestruzzo, ha una forma arcuata, simile a uno spicchio di luna incastonato tra le colline etiopi. Svolge un ruolo fondamentale: chiudere una depressione naturale sulla sinistra del bacino per evitare la dispersione delle acque del Nilo Azzurro a valle.

Le due dighe sul Nilo hanno dato vita a un enorme bacino artificiale, lungo 172 chilometri, con un’estensione di 1.875 chilometri quadrati e una capacità di 74 miliardi di metri cubi d’acqua. Un serbatoio che alimenta le turbine, regola i flussi, attenua il rischio di inondazioni e mitiga gli effetti delle siccità ricorrenti.

La missione di GERD: produrre energia idroelettrica pulita per l’Etiopia

La vera missione di GERD è produrre energia. Alla base della diga principale, sulle due sponde del Nilo, sono state costruite due centrali idroelettriche.

Le centrali idroelettriche ospitano complessivamente 13 turbine francis, per una potenza installata di 5.150 MW e una produzione annua stimata di 15.700 GWh. Le prime turbine idroelettriche sono entrate in funzione già nel 2022, quando il lago artificiale non era ancora completamente riempito.

La piena operatività del progetto permette all’Etiopia di raddoppiare la produzione elettrica del Paese, consentendo non solo di soddisfare la domanda interna ma anche di esportare energia idroelettrica verso Sudan, Gibuti, Kenya e Tanzania. Una prospettiva che rafforza il ruolo geopolitico del Paese e ne consolida l’indipendenza energetica.

I segreti del progetto idroelettrico: tecnologie invisibili, eccellenze ingegneristiche

Se in superficie la Grand Ethiopian Renaissance Dam appare come un colosso di calcestruzzo, al suo interno custodisce tecnologie all’avanguardia. Una rete di gallerie corre sotto la diga, ospitando sofisticati strumenti di monitoraggio.

Sensori e pendoli permettono di registrare ogni minimo movimento della struttura, controllando la tenuta delle giunzioni, la pressione dell’acqua e le sollecitazioni sui blocchi di calcestruzzo. I dati vengono raccolti in tempo reale e analizzati in un quartier generale tecnologico, l’Engineering Building, ai piedi della diga.

Da ricordare che la miscela di calcestruzzo posato con la tecnica del calcestruzzo rullato compattato, frutto di anni di ricerca, è stato testato all’interno di un laboratorio che ne certifica le reazioni all’acqua, migliorandone qualità e sicurezza.

Il ruolo di Webuild: dal sogno alla realtà, con uno sguardo alla sostenibilità

GERD è stata costruita dal Gruppo Webuild, presente da 70 anni in Etiopia e capofila di una serie di progetti che hanno contribuito allo sviluppo del Paese. Ad oggi sono 30 le grandi infrastrutture completate dal Gruppo nel Paese, quasi tutte nel settore dell’energia idroelettrica.

Tra queste, oltre a GERD, il sistema Gibe, costituito da tre dighe realizzate sul fiume Omo, l’ultima delle quali (Gibe III) è tuttora una delle più importanti dighe etiopi capace, al momento della sua inaugurazione, di aumentare dell’85% la produzione energetica del Paese.

Sul fiume Omo Webuild sta oggi costruendo il progetto di Koysha , secondo progetto etiope per dimensioni dopo GERD, con una diga anch’essa in RCC, alta 190 metri e lunga in cresta 1 chilometro. Il suo bacino di riserva, una volta riempito, raggiungerà i sei miliardi di metri cubi, mentre le sue sei turbine francis assicureranno 300 MW ciascuna con una potenza complessiva di 1.800 MW.

Una volta operativo, il progetto contribuirà significativamente all’obiettivo etiope di aumentare la capacità di generazione del Paese da 5.300 MW nel 2024 a oltre 17.000 entro il 2037.

Tanto la Grand Ethiopian Renaissance Dam quanto l’impianto idroelettrico di Koysha, così come le altre grandi infrastrutture costruite nel passato, sono il frutto di una visione di lungo periodo e rappresentano la nuova frontiera dello sviluppo sostenibile per il Paese, un passo fondamentale per la transizione energetica del continente. Uno sviluppo fondato sull’acqua e, grazie all’acqua, sull’energia pulita.