Un inverno a rischio inondazioni, l’Inghilterra corre ai ripari

Nuovi investimenti per gestire le crisi climatiche e proteggere le infrastrutture strategiche

Centosessanta allarmi inondazione sono stati diramati nei giorni scorsi dal governo inglese. In molte regioni del paese la neve, caduta nelle ore più fredde, si è tramutata in acqua inaugurando una serie di violenti temporali. Dorset, Somerset e Midlands sono le aree più colpite (e dove gli allarmi si sono concentrati), ma tutta l’Inghilterra guarda all’intensificarsi delle piogge come al nuovo pericolo che incombe, quello che riguarda la tenuta delle infrastrutture idriche.

Nelle settimane passate le inondazioni hanno messo a rischio anche il regolare funzionamento delle linee ferroviarie. È il caso dei treni che collegano Edimburgo con Newcastle, rallentati proprio a causa degli effetti delle grandi piogge, o ancora quelli in partenza dalla stazione di Bristol.

Gli allarmi recenti riaccendono il ricordo della crisi atmosferica di circa un mese fa, quando in alcune zone della Scozia così come dell’Inghilterra centrale centinaia di persone sono state evacuate dalle loro case proprio per via dei danni causati dalle violente piogge.

Essenziale quindi intervenire sulle infrastrutture idriche, necessarie per gestire al meglio i contraccolpi climatici ed evitare che gli stessi possano intervenire negativamente sulle reti nazionali della mobilità, dai treni alle autostrade, fino alle linee metropolitane.

Investimenti sulle infrastrutture: la risposta del governo

L’allarme è stato raccolto anche dal governo inglese che nei mesi scorsi ha lanciato un piano da 1,6 miliardi di sterline (2 miliardi di dollari), fondi che dovranno essere investiti proprio per intervenire sulla qualità delle infrastrutture idriche.

L’obiettivo del piano, coordinato dal governo inglese con l’Ofwat (The Water Services Regulation Authority, l’Authority idrica del paese), è quello di modernizzare le infrastrutture idriche inglesi in modo da costruire impianti per la gestione delle acque reflue che finiscono nei fiumi, così come infrastrutture in grado di reggere l’urto di inondazioni o anche di mitigare l’impatto della siccità, attraverso una gestione intelligente della risorsa idrica.

«Questi progetti – ha dichiarato il Water Minister inglese, Rebecca Pow – contribuiranno ad accelerare il miglioramento infrastrutturale necessario per proteggere il nostro ambiente, oltre ad assicurare una spinta importante nella creazione di posti di lavoro per le comunità interessate dai progetti».

Nell’insieme si tratta di investimenti che puntano su opere specifiche, come gli interventi di messa in sicurezza della rete idrica, dove oggi si registrano giornalmente centinaia di migliaia di perdite.

«Il cuore di questi investimenti – ha dichiarato David Black, chief executive di Ofwat – è essenziale per vincere le sfide più grandi che il nostro sistema idrico è chiamato ad affrontare, dalle inondazioni, alla qualità delle acque dei nostri fiumi, fino alla siccità».

Quelle barriere sul Tamigi che proteggono Londra

Nella sfida contro i cambiamenti atmosferici e l’impatto che questi hanno sulle crisi idriche, Londra si è mossa di anticipo realizzando un sofisticato complesso di chiuse che funziona come una vera e propria barriera contro le inondazioni che possono arrivare dal Mare del Nord.

La “Thames Barrier” è operativa già dal 1982 e ancora oggi rappresenta un simbolo dell’impatto virtuoso che possono avere gli interventi infrastrutturali in tema di gestione idrica. L’opera sorge sui due estremi cittadini del Tamigi, a Nord nel quartiere di Newham e a Sud nel Royal Borough of Greenwich. La sua esistenza è essenziale per la città di Londra che fin dai tempi degli Antichi Romani è stata oggetto di violente inondazioni, l’ultima delle quali risalente al 1953 che causò gravissimi danni alla città. Anche a causa di questa inondazione nel 1969 cominciarono ad essere elaborati i primi progetti della “Thames Barrier”, mentre il contratto per l’inizio dei lavori venne firmato nel 1974 con i lavori iniziati nello stesso anno e conclusi nel 1982.

Dal momento della sua inaugurazione ad oggi l’infrastruttura è stata un vero e proprio argine per la capitale inglese, un muro che ha messo al sicuro Londra dal rischio di inondazioni. Ad oggi le barriere hanno evitato 209 inondazioni, almeno una delle quali – il 9 novembre del 2007 – sarebbe stata violenta come quella che mise in ginocchio la metropoli nel 1953. E così da allora ad oggi, Londra ringrazia l’incredibile infrastruttura che la protegge dalla violenza del mare.