Acqua, 32 miliardi per la crisi idrica in Italia

Il 18% del Pil italiano dipende dall’acqua: le infrastrutture fondamentali per il benessere del paese

Anche quest’anno Catenanuova, il piccolo comune in provincia di Enna dove Webuild sta costruendo l’alta capacità ferroviaria che collegherà Catania a Palermo, ha conquistato il record di uno dei comuni più caldi d’Europa. Il termometro ha superato in più occasioni i 45° e il caldo – unito alla siccità – ha ucciso perfino gli alberi.

Proprio la siccità è ormai una presenza costante nelle estati ma anche negli inverni italiani, con il livello più alto di crisi raggiunto nel corso del 2022 quando la disponibilità idrica del paese si è ridotta di 36 miliardi di metri cubi, un volume pari a 60 volte il lago Trasimeno.

Oltre ad avere un impatto diretto sulle disponibilità idriche, meno acqua significa meno energia visto che l’idroelettrico rimane la prima fonte energetica rinnovabile italiana. E infatti nel 2022 la produzione di energia idroelettrica ha raggiunto i 30,2 TWh, ben al di sotto dei 48,4 TWH registrati nel decennio 2012-2021, e pari al valore raggiunto nel lontano 1954, quando però la potenza installata negli impianti della Penisola era tre volte inferiore di quella attuale.

L’impatto della perdurante siccità è stato calcolato nell’ultimo report “Acqua: azioni e investimenti per l’energia, le persone e i territori” realizzato da The European House-Ambrosetti in collaborazione con la multiutility A2A. Lo studio analizza dati e solleva domande su una risorsa così preziosa al punto che il 18% del Pil italiano, pari a 320 miliardi di euro l’anno, è ormai generato grazie al contributo della disponibilità abbonante di acqua.

Gli investimenti necessari per contrastare la crisi dell’acqua

Investire nelle infrastrutture idriche significa assicurare l’approvvigionamento di acqua alle imprese manifatturiere, garantirne la presenza nelle case, irrigare i terreni agricoli. Secondo i calcoli del report Ambrosetti oggi in Italia dovrebbero essere investiti nelle infrastrutture idriche 32,9 miliardi di euro, necessari per ridurre le perdite e migliorare l’uso delle stesse. Questi investimenti, già nel breve periodo, garantirebbero un risparmio idrico pari a 9,5 miliardi di metri cubi. Dighe, impianti idroelettrici, rete idrica, bacini di raccolta delle acque: sono questi gli ambiti verso i quali dovrebbero essere dirette le risorse necessarie per superare la crisi.

Oltre a modernizzare le infrastrutture, investire nel settore significa anche alimentare l’indotto: ogni euro investito genera infatti ricadute economiche nei settori contigui pari a 1,6 euro. Investire 32,9 miliardi di euro assicurerebbe di conseguenza ricadute economiche indirette pari a 52 miliardi.

Proteggere l’idroelettrico, la prima fonte italiana di energia pulita

L’idroelettrico non è solo la prima fonte di energia “green” italiana, ma è anche una risorsa chiave per raggiungere gli obiettivi di produzione da fonti rinnovabili che l’Italia si è prefissata per il 2030.

Nel decennio 2012-2021 il 42% dell’energia prodotta da fonti rinnovabili è arrivata proprio dall’idroelettrico, confermando l’importanza del settore e allo stesso tempo il valore strategico dell’acqua per l’economia del paese.

Facendo un confronto con le altre fonti rinnovabili, per compensare la perdita di idroelettrico dovuta alla siccità del 2022 sarebbe necessario installare 4 milioni di pannelli solari per una superficie complessiva di 58 chilometri quadrati, pari a un terzo dell’estensione di Milano.

Modernizzare i vecchi impianti e costruirne di nuovi è quindi necessario per ridurre l’impatto dei cambiamenti climatici e assicurare il livello di approvvigionamento necessario al paese. Sul tema il Gruppo Webuild, riconosciuto come uno dei leader mondiali nel settore hydro, è attivo da decenni con 313 dighe e impianti idroelettrici realizzati in Italia e nel mondo. È il caso di Snowy 2.0 un maxi impianto in via di realizzazione nello stato australiano del New South Wales che permetterà non solo di produrre energia pulita dall’acqua ma anche di immagazzinarla utilizzandola solo quando serve, ovvero nei momenti di calo energetico, mettendo così al sicuro l’approvvigionamento energetico per famiglie e imprese. Solo i progetti idroelettrici che Webuild sta realizzando oggi permetteranno di generare energia pulita e a basso costo per decine di milioni di persone nel mondo, dal Corno d’Africa all’Asia centrale fino all’Australia, mentre le stesse infrastrutture idroelettriche assicureranno un abbattimento delle emissioni di CO2 stimabile in 14,5 milioni di tonnellate all’anno. Proteggere l’acqua e utilizzarla al meglio, in Italia come altrove, si conferma quindi la soluzione più efficace per continuare a camminare sulla strada della sostenibilità.