La Sears Tower di Chicago: storia di un landmark americano

Alta 443 metri, 110 piani, dalla sua cima lo sguardo raggiunge quattro diversi stati americani

L’ingresso di nuovi scintillanti edifici nell’elenco dei grattacieli più alti la fa scivolare ogni anno di un gradino più in basso della classifica. Oggi, con i suoi 110 piani e 1450 piedi (443 m), è “solo” al 24° posto nel mondo e al terzo negli Stati Uniti. Ma la Sears Tower di Chicago o Willis Tower, o più affettuosamente “Big Willy”, resta nella popolarità americana come la regina delle torri, tanto da richiamare sulla sua vetta oltre 1,7 milioni di visitatori quest’anno.

Un record finora neanche scalfito da altri avveniristici edifici verticali, anche per come è stata concepita fin dalla sua progettazione, ovvero come massimo punto di osservazione. Nelle giornate di cielo limpido, dallo Skydeck, che è posto a 1.352 piedi (412 metri) dal suolo e offre la vista più elevata in assoluto negli Stati Uniti, si possono vedere quattro stati: Illinois, Indiana, Wisconsin e Michigan, grazie a una visibilità che raggiunge le 50 miglia (80 chilometri).

La Willis Tower di Chicago: un’opera popolare in tutto il mondo

Il richiamo di popolarità per la regina delle torri, che è pur sempre il terzo edificio più alto dell’emisfero occidentale, non è dovuto allo sfruttamento della sua immagine in film epici, come “The Dark Knight”, dove si svolge un catastrofico duello tra Batman e Joker in una Chicago-Gotham City, o come “Rampage” dove Dwayne Johnson si batte per evitare che tre animali trasformati da un’ignota sostanza chimica in bestie mastodontiche distruggano Chicago, a partire proprio dalla torre. La popolarità di Big Willy è dovuta piuttosto alla possibilità di vedere la città sospesi nel vuoto. Una particolarità esportata poi nel mondo in altre mega-infrastrutture, soprattutto in Asia.

Ogni giorno, infatti, la fila dei visitatori della torre si allunga verso “The Ledge”, il complesso di balconi sporgenti completamente in vetro che si estendono per 4,3 piedi, circa un metro e mezzo, fuori dal 103° piano. Si tratta di quattro scatole di vetro alte 10 piedi (tre metri) e larghe 10 piedi, formate con tre lastre di vetro temperato capaci di resistere fino a un peso di 5 tonnellate. Ogni balcone dispone di tracciamento termico per offrire una visione perfetta dell’esterno anche in caso di neve o ghiaccio, ed è progettato per rientrare nell’edificio per pulizia o manutenzione.

Dalla Sears alla Willis Tower

In totale, la torre ha circa 16.100 finestre color bronzo, per la cui pulizia si utilizzano sei robot-lavatrice montati sul tetto. Anche gli ascensori del grattacielo operano a una velocità tuttora tra le più veloci al mondo, pari a 488 metri (1.600 piedi) al minuto. L’infrastruttura contiene 25.000 miglia (oltre 40mila chilometri) di cavi elettrici, abbastanza per attraversare gli Stati Uniti continentali 15 volte.

Inaugurata 50 anni fa, nel 1973, la sua costruzione ha richiesto l’opera di duemila persone e tre anni di lavori ed è stata commissionata dalla catena di vendita al dettaglio Sears, che ha occupato con negozi il piano terra fino al 1994 quando l’ha ceduta al Gruppo Willis, pur mantenendo i diritti del nome fino al 2009. L’edificio è ancora oggi, ufficialmente, la Willis Tower sebbene la proprietà sia stata acquisita dal Blackstone Group. I diritti sul nome hanno una durata di 15 anni, il che rende possibile che nel 2024 la torre cambi nome per la terza volta.

Le imprese di Spiderman sulla Torre

La popolarità della Willis Tower è da sempre così alta che nel corso degli anni ha attirato anche tentativi di scalata, come quello compiuto nel 1981 da Dan Goodwin che, vestito da Spiderman, con l’aiuto di ventose ha impiegato sette ore per arrivare sul tetto, dove è stato arrestato (e poi rilasciato) per violazione di domicilio. O come quello compiuto dal francese Alain Robert, detto Spiderman, che l’ha scalata a mani e piedi nudi.

La Willis Tower ha acquisito col tempo lo status di landmark americano, come icona capace di resistere al tempo e ai saliscendi delle classifiche degli edifici più alti, alla stregua dell’Empire State Building di New York, del Marina Bay Sands Hotel di Singapore, delle Petronas Twin Towers di Kuala Lumpur in Malesia, del Burj Khalifa di Dubai o della Kingdom Tower, costruita da Webuild nel 2002 a Riyadh e vincitrice quell’anno dell’Emporis Skyscraper Award come “miglior grattacielo al mondo per il design”. Oggi denominato Kingdom Center, il grattacielo, con la sua singolare forma a cavatappi, dominerà l’attenzione universale per l’Expo 2030 appena assegnato alla capitale dell’Arabia Saudita.