Intuit Dome, ecco gli stadi a impatto zero

Costosi, complessi, sostenibili: gli stadi sulla frontiera dell’ingegneria civile

Moderni, sostenibili, accoglienti. Luoghi di incontro e di socialità, occasioni per condividere una passione travolgente. Ma soprattutto infrastrutture tra le più complesse e amate. 

Negli ultimi anni gli stadi stanno diventando la frontiera delle costruzioni civili, dove l’imponenza della struttura convive con l’imperativo della sostenibilità.

L’ultima scommessa è stata lanciata nei giorni scorsi negli Stati Uniti, a Los Angeles, dove è stato approvato il progetto per dare una nuova casa ai Los Angeles Clippers, storica franchigia del basket americano. I giocatori dell’NBA lasceranno lo Staples Center, che oggi condividono con i Los Angeles Lakers, per entrare nell’Intuit Dome, un’arena ultramoderna che – secondo l’annuncio ufficiale – sarà pronta per ospitare le partite della stagione 2024-2025.

Il primo stadio a impatto positivo sull’ambiente

L’Intuit Dome di Los Angeles entra di diritto tra gli stadi più costosi al mondo e si piazza al terzo posto. Per costruirlo, con i suoi 18.000 posti a sedere, sarà necessario un investimento fino a 2 miliardi di dollari. Il risultato dei quattro anni di lavori previsti sarà non solo una delle arene più belle e accessibili al mondo, ma una infrastruttura estremamente sostenibile, destinata a diventare il primo stadio “climate positive” degli Stati Uniti ovvero in grado di migliorare la qualità dell’aria piuttosto che di peggiorarla.

Per raggiungere questo obiettivo i progettisti hanno previsto di accompagnare le innovazioni infrastrutturali a un nuovo modello di gestione della struttura, una volta inaugurata. Prima di tutto lo stadio viene costruito in modo da ottenere la LEED-Platinum Certification, la più elevata certificazione in termini di costruzioni green; l’arena sarà poi al 100% carbon free fin dal primo giorno di attività; sarà dotata di una ventilazione naturale al suo interno; il fabbisogno energetico sarà garantito attraverso pannelli solari, e verrà dotato di un impianto green di gestione dei rifiuti. Oltre a questo, la società lancerà insieme all’apertura dello stadio il “Planet Protection Fund”, un programma di sensibilizzazione nei confronti di tutti i tifosi che sarà centrato su alcune attività fondamentali come, ad esempio, l’utilizzo solo di biglietti elettronici, senza ricorrere all’uso della carta.

 

Un’arena come un nuovo centro cittadino

La sostenibilità e la modernità vanno a braccetto con il benessere e la qualità della vita. I nuovi standard green imposti nelle fasi costruttive per i grandi stadi americani sono funzionali a offrire al pubblico uno spettacolo, ma soprattutto un’esperienza inimitabili.

A questo punta il nuovo stadio di Los Angeles dove saranno addirittura messe a disposizione degli spettatori quelle che il progetto chiama “Courtside Cabanas”, una sorta di piccoli lodge di campagna che da un lato affacceranno sul campo da gioco attraverso una grande vetrata e dall’altro avranno uno spazio all’aperto dove intrattenersi con gli amici nelle pause del match. Oltre a questi saranno anche costruiti dei “Backstage Bungalow”, veri e propri bungalow dove trascorrere del tempo prima dell’inizio della partita o durante l’intervallo.

Trasformare lo stadio in un punto di riferimento per le persone assicura all’infrastruttura un impatto davvero significativo. Secondo le statistiche annunciate dai Clippers, la sua apertura genererà nell’area di Inglewood un giro d’affari annuale di 260 milioni di dollari, creando 7.000 posti di lavoro, tra full-time e part-time. 

A sostenere il progetto con grande entusiasmo è prima di tutto il presidente della società, Steve Ballmer, conosciuto in tutto il mondo per essere stato per anni l’amministratore delegato di Microsoft.

«Sono ottimista per la nostra squadra» ha dichiarato Ballmer presentando il progetto. «Sono ottimista sul successo del nostro team e questo ottimismo è un moltiplicatore di forza. E il motivo per cui abbiamo lanciato questo progetto è coerente con quest’ottimismo che diventa per noi un moltiplicatore di forza».

La corsa degli stati più costosi al mondo

L’Intuit Dome di Los Angeles entra di diritto nella lista delle arene più costose al mondo. Una lista che racconta quanto queste infrastrutture siano centrali e strategiche anche per i nuovi modelli di sviluppo urbano, improntati sulla sostenibilità e sul benessere delle persone. 

 

Attualmente, il record per lo stadio più costoso al mondo rimane negli Stati Uniti e soprattutto in California, dove a Inglewood il SoFi Stadium è stato inaugurato al termine di anni di lavori e un investimento di 5,5 miliardi di dollari.

Le caratteristiche di questa struttura, come quelle dell’Allegiant Stadium (anche questo inaugurato nel 2020), sono uniche: 70.000 posti a sedere con poltrone più grandi e più comode, suite riservate per seguire i match, enormi maxischermi per ammirare al meglio la partita ovunque.

È questo lo stadio più costoso che sia mai stato costruito, la casa dei Los Angeles Chargers e dei Los Angeles Rams, due volte più costoso del Metlife Stadium del New Jersey, che invece occupa la seconda posizione di questa classifica. Investimenti miliardari che ci concentrano soprattutto negli Stati Uniti dove si trovano 22 dei 30 stadi più costosi al mondo, cinque dei quali nell’area di New York City, ancora una volta capitale delle nuove tendenze che cambiano il mondo.