India: infrastrutture per diventare una super potenza

Un piano da 1,5 trilioni per lo sviluppo delle infrastrutture indiane

L’India vuole diventare un’economia da 5 trilioni di dollari, e così rivaleggiare con Cina e Giappone per la leadership del continente asiatico. Per farlo, la strada indicata dal primo ministro Narendra Modi è quella degli investimenti infrastrutturali.

E così, all’inizio di quest’anno il ministro delle Finanze, Nirmala Sitharaman, ha annunciato l’intenzione di avviare un piano infrastrutturale da 1,5 trilioni di dollari, che saranno spesi nei prossimi cinque anni.
Considerando la dotazione economica, si tratta di uno dei progetti di costruzione di grandi opere più ambiziosi al mondo, voluto dopo che nel decennio passato (e in particolare tra il 2008 e il 2017) l’India ha speso per il settore 1,1 trilioni di dollari.

Investimenti che non sono bastati e ai quali nei prossimi mesi dovrebbero aggiungersi i nuovi fondi, che saranno coperti – almeno secondo i piani del governo – per il 22-25% da investitori privati, e per la parte restante da risorse federali e statali.
Il piano punta proprio allo sviluppo delle infrastrutture tradizionali, quindi strade, collegamenti ferroviari, impianti idrici ed elettrici. Un panel di esperti è al lavoro dal mese di agosto per individuare i progetti più urgenti che saranno messi in cima alla lista degli interventi, mentre il governo cerca sponde estere per incassare il sostegno all’iniziativa anche al di fuori dei confini nazionali.

La Davos indiana

La terza economia del continente asiatico vuole contare di più sullo scacchiere economico internazionale. Un obiettivo da inseguire con gli investimenti e ritagliandosi un ruolo di primo piano anche nel dibattito tra le grandi potenze sui temi economici. Non è un caso infatti che nel luglio scorso il primo ministro Narendra Modi – presente per la prima volta a Davos nel 2019 – abbia annunciato l’intenzione di dar vita a una Davos asiatica, un World Economic Forum da organizzare proprio in India, che possa in qualche modo fare da contraltare al Boao Forum for Asia, il consesso continentale che si tiene ogni anno in Cina.

L’idea si lega a doppio filo con il maxi piano di investimenti infrastrutturali perché proprio il Forum indiano dovrebbe diventare – secondo il progetto del governo – un palcoscenico sul quale attirare grandi investitori internazionali e metterli nelle condizioni di scoprire un interesse verso i progetti di sviluppo indiani.
La filosofia è stata spiegata dal ministro delle Finanze, Nirmala Sitharaman, che – sempre nel luglio – scorso ha dichiarato pubblicamente: «Per l’India è il momento di essere integrata non solo con la rete internazionale di scambio di beni e servizi, ma anche di diventare parte attiva del sistema finanziario globale in modo da attirare i risparmi globali, detenuti principalmente da fondi pensione, compagnie assicurative e fondi sovrani».
Da parte sua, il paese ha istituito il National Investment & Infrastructure Fund, nato proprio per attrarre investimenti da destinare alla costruzione di strade, porti, ferrovie e impianti elettrici. Uno strumento utile che però da solo non basta per sostenere l’ambizione indiana di un maxi piano infrastrutturale.

Bangalore skyline

Investimenti in infrastrutture in India per rilanciare l’economia

Obiettivo del piano e del grande attivismo politico del governo indiano in ambito internazionale è sostenere la crescita dell’economia, che nel 2019 ha mostrato segni di rallentamento. Nel terzo quarto dello scorso anno, la crescita è stata infatti pari al 4,5%, il dato più basso degli ultimi sei anni, e la Bank of India ha previsto una chiusura del 2019 con un +5% del Pil. Troppo poco per sostenere l’ambizione del governo di tenere il ritmo della Cina e soprattutto di raggiungere i livelli di benessere e sviluppo di un paese come il Giappone.
Rispetto a questi obiettivi l’India è ancora indietro, ma spera che una spinta in avanti possa arrivare dalle infrastrutture. 

Infrastrutture in India: la prassi

Mentre il governo lavora per approvare in via definitiva il piano da 1,5 trilioni e punta a trovare gli investitori internazionali, la programmazione ordinaria sugli investimenti infrastrutturali prevede interventi massici già nei prossimi mesi. Il governo calcola infatti che tra il 2020 e il 2021 gli investimenti congiunti del settore privato, del governo centrale e dei governi statali siano pari a 272 miliardi di dollari, in crescita del 30% rispetto alla dotazione del 2019-2020.

Interventi contenuti all’interno del National Infrastructure Pipeline (NIP), uno studio pubblicato proprio dal governo indiano nel mese di dicembre per indicare come saranno spalmati nei prossimi mesi gli investimenti già programmati.
Le attività in corso prevedono la privatizzazione di una serie di scali aeroportuali, una strada scelta per raccogliere fondi da investire su nuovi progetti, e una serie di interventi strutturali su strade e ferrovie. La maxi autostrada che collegherà Mumbai a Nagpur è stata finanziata ed è oggi in costruzione, mentre sul fronte delle ferrovie è prevista un’apertura a operatori privati nella gestione di circa 150 linee.
Nell’insieme progetti significativi che puntano avranno un sicuro impatto tanto sul miglioramento dei trasporti indiani quanto sulla crescita dell’economia.