PNRR, ecco l’Italia ad alta velocità

Oltre un terzo degli investimenti del PNRR saranno destinati all’alta velocità ferroviaria

Dalla Salerno-Reggio Calabria alla Napoli-Bari, dalla Palermo-Catania al Terzo Valico dei Giovi, quella che attende l’Italia nei prossimi anni è una cura del ferro. Il ferro, stavolta, è quello dei binari dell’alta velocità/alta capacità ferroviaria che raggiungeranno zone del territorio finora rimaste escluse dai treni veloci e aree strategiche per lo sviluppo economico del Paese.

Un’attenzione speciale è quella riservata al Sud, al quale è destinato il 56% delle risorse previste dal PNRR sulle infrastrutture. Su un totale di 62 miliardi di euro, 34,7 saranno infatti investiti nel Mezzogiorno, con un focus quindi sulle ferrovie (veloci ma anche regionali) e sui trasporti sostenibili.

L’estensione dell’alta velocità, il potenziamento delle reti regionali, lo sviluppo dei grandi hub logistici come i porti, la digitalizzazione per la sicurezza di strade e autostrade, la transizione ecologica della logistica e la valorizzazione delle risorse idriche sono i temi trasversali che toccano tutti i progetti lanciati dal governo e assegnati, nella loro realizzazione, al ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili.

PNRR e trasporti: ripartire dall’alta velocità

Ridurre i tempi degli spostamenti all’interno del territorio nazionale, avvicinare le città, di fatto rimpicciolire il paese, è l’obiettivo primario del Piano. Venticinque miliardi di euro saranno infatti investiti nello sviluppo delle linee ad alta velocità/alta capacità. La Salerno-Reggio Calabria quindi, per la quale una parte dei fondi arriverà proprio dal PNRR, così come le opere su cui è al lavoro il Gruppo Webuild, a partire dal Terzo Valico dei Giovi passando per la Napoli-Bari, la Palermo-Catania e la Vicenza-Padova.

Accanto all’alta velocità il PNRR prevede anche che 5,45 miliardi di euro vengano destinati al potenziamento delle reti regionali e all’elettrificazione delle stesse, con una particolare attenzione proprio sul Mezzogiorno. Oltre alle linee, 8,4 miliardi di euro saranno invece destinati al rinnovamento della flotta mezzi, quindi treni, autobus e navi, spingendo sullo sviluppo del trasporto locale green e del trasporto rapido di massa, con l’obiettivo finale di ridurre in modo significativo le emissioni nocive nell’ambiente.

Oltre alla riduzione dei tempi, uno degli impatti più significativi della “cura del ferro” sarà infatti quello ambientale. Il ministero stima che gli investimenti previsti permetteranno di ridurre ogni anno le emissioni atmosferiche di Co2 di 2,3 milioni di tonnellate. Tutto questo sarà reso possibile dalla realizzazione di 700 chilometri di nuove ferrovie, tra alta velocità e linee regionali, 216 chilometri di nuove linee tranviarie, metropolitane e filobus, oltre naturalmente all’acquisto dei nuovi treni.

Naples-Bari high-speed railway line. Naples-Cancello Lot

Le infrastrutture un traino per il PNRR

Nei piani del governo le infrastrutture sono un pilastro fondamentale per l’applicazione del PNRR. Il documento approvato dal Consiglio dei Ministri prevede di destinare a questa voce di spesa 62 miliardi di euro che dovranno essere interamente improntati alla sostenibilità economica, sociale e ambientale. Il totale delle risorse viene finanziato in parte con i fondi del Next Generation EU, in parte con quelli del React EU (un altro fondo comunitario) e in parte con risorse nazionali (Fondo complementare e scostamento di bilancio), che permettono di andare anche oltre il limite del 2026 per la consegna dei progetti previsto dall’Unione europea. Tra questi progetti rientra ad esempio la costruzione della linea ad alta velocità sulla Salerno-Reggio Calabria, un’opera finanziata solo in parte con i fondi europei e il resto con risorse dello stato italiano.

«Si tratta di un piano di proporzioni storiche per l’Italia – ha commentato il Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini – ma anche fortemente innovativo dal punto di vista qualitativo, che mette il benessere delle persone, la competitività delle imprese e il rispetto dell’ambiente al centro di un nuovo modo di concepire le infrastrutture e i sistemi di mobilità, nel segno della riduzione delle disuguaglianze tra Nord e Sud e della sostenibilità».

Proprio la sostenibilità è il pilastro fondamentale di questo nuovo pacchetto di interventi che trova nella mobilità e quindi nei trasporti l’asset su cui costruire un paese più moderno un benessere più diffuso.