La stazione Capodichino della metropolitana di Napoli compie un altro passo decisivo verso la conclusione dei lavori col completamento, lo scorso 19 aprile, della sua copertura metallica. Ad assistere al varo finale, il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi accompagnato dall’assessore con delega alle Infrastrutture, alla Mobilità e alla Protezione Civile del Comune di Napoli, Edoardo Cosenza, dal presidente di Metropolitana di Napoli e dai responsabili delle commesse delle linee metropolitane di Napoli per Webuild.
La fermata Capodichino, che collegherà la metropolitana dal centro della città al suo aeroporto in circa 9 minuti rientra tra le 14 già costruite dal Gruppo Webuild nel capoluogo partenopeo, tra cui alcune delle più iconiche stazioni dell’Arte, come la pluripremiata Toledo.
“Ultimo miglio” e capolinea della Linea 1 – che vede attualmente in esercizio 18 chilometri di tratta con 19 stazioni – Capodichino è al centro di un piano di prolungamento di Metropolitana di Napoli S.p.A. e Comune di Napoli, che comprende complessivamente 4 stazioni e 3 km di tratta e che vede Webuild in consorzio con la Moccia Irme protagonista della realizzazione di questo terminale prestigioso ed avveniristico. L’intero tragitto renderà Napoli una delle prime città al mondo ad avere una linea su ferro capace di collegare direttamente tre grandi poli della mobilità urbana: porto, aeroporto e rete ferroviaria, compresa l’alta velocità.
Un hangar poggiato sul “pozzo di San Patrizio”
Mentre uomini e macchinari erano al lavoro per varare l’ultimo tassello della copertura metallica della stazione, alta 8 metri dal piano stradale, di dimensioni 65×53 metri e dal peso di 450 tonnellate, l’immagine che si componeva è quella di un hangar con profili tubolari che ricorda una grande ragnatela d’acciaio dotata di una pianta di 57 metri per 50. È qui, in superficie e a pochi metri dall’ingresso dei terminal aeroportuali, che sbuca la stazione della metro con scale elicoidali che conducono sottoterra, a 50 metri di profondità, dove si trovano le banchine dei treni.
La stazione ricorda il celebre pozzo di San Patrizio, preso a ispirazione dallo studio inglese RSHP che ha realizzato il progetto dell’opera: un enorme cilindro che si sviluppa al di sotto della superficie, pensato affinché la luce esterna possa raggiungere anche le maggiori profondità.
E infatti la parte circolare del pozzo ha un diametro di circa 33 metri e un unico spazio aperto con 8 ascensori centrali e quattro scale elicoidali che risalgono invece lungo le pareti. Gli ascensori, progettati su misura per la stazione, sono i primi in Italia costruiti con il massimo grado di sismicità.
Arte e modernità nelle stazioni di Napoli
Un filo rosso collega le stazioni della Linea 1 di Napoli. È il filo della bellezza e dell’arte, tirato in questi anni seguendo i progetti di grandi studi d’architettura accompagnati dalle migliori eccellenze ingegneristiche. Mentre infatti le stazioni del centro sono conosciute come le stazioni dell’arte, in molti casi accompagnate da eccezionali ritrovamenti archeologici, Capodichino è l’espressione della bellezza che si accompagna alla modernità. I lavori di costruzione di questa stazione hanno tenuto da sempre al centro il tema della sostenibilità. Durante gli scavi, ad esempio, è stato pianificato un piano di riutilizzo delle terre che ha permesso di destinare oltre 200mila metri cubi di terreni in ex cave di tufo posizionate nel cuore della città. Obiettivo: chiudere le cave e riqualificare il territorio una volta per tutte. È questo il senso di un’opera che vive una fase speciale della sua costruzione. Dopo il varo del 19 aprile, infatti, i lavori stanno proseguendo con un prossimo orizzonte puntato all’estate quando dovrà essere ultimato anche il rivestimento di tutta la copertura con conci prefabbricati e infissi di vetro che consentiranno di illuminare la stazione sfruttando al massimo la luce naturale che assumerà colori, direzioni e dimensioni a seconda delle diverse fasi del giorno, creando giochi ed effetti di luce. Un altro passo in avanti in prospettiva del completamento di un’opera che cambierà il modo di vivere Napoli.