Dal mare al bicchiere, il nostro impegno per l’acqua

Intervista all’ingegnere Giorgio Pratofiorito impegnato nel R&D di Fisia Italimpianti leader mondiale nel trattamento acque e impianti di dissalazione

L’acqua è un bene prezioso ma non scontato. I cambiamenti climatici che hanno portato con sé eventi opposti ma ugualmente drammatici, come le siccità e le inondazioni, stanno rendendo questa risorsa sempre meno accessibile. Miliardi di persone vivono in condizioni di scarsità di acqua e perfino le società più ricche si interrogano su come evitare di disperdere l’oro blu. Fisia Italmpianti, società del Gruppo Webuild, presidia la frontiera di questa battaglia, una frontiera tecnologica che si gioca proprio sulla costruzione di impianti capaci di trattare l’acqua del mare rendendola potabile. È quello di cui si occupa l’ingegnere Giorgio Pratofiorito, Water Treatment & Desalination Technologist di Fisia Italimpianti, uno degli ingegneri impegnati nel settore Ricerca e Sviluppo dell’azienda.

Quanto è importante oggi l’acqua per la vita di tutti?

«Per rendersi conto dell’importanza dell’acqua nella nostra vita di tutti i giorni basta guardare in tavola. Se si guarda in tavola ci si rende conto che tutto il cibo che consumiamo è legato a una moneta idrica: per produrre un chilo di quel bene ci sono voluti tanti litri d’acqua. Basti pensare che se venisse meno l’acqua non avremmo perso solo il modo di dissetarci ma anche il modo di sfamarci.

Trasformare l’acqua del mare in acqua potabile è importante soprattutto se consideriamo che negli ultimi anni stiamo affrontando una crisi idrica importante che è sotto gli occhi di tutti».

Quanto è grave la crisi idrica che il mondo è chiamato ad affrontare?

«La gravità di questa crisi idrica è già stata stabilita da organizzazioni governative internazionali come l’Onu e l’Unesco, le cui stime dicono che attualmente le persone al mondo che non hanno accesso all’acqua potabile sono 2 miliardi».

Cosa si può fare per fermare la crisi?

«Per invertire questa tendenza la linea politica attuale è quella di investire sempre di più nelle fonti tradizionali – e non – per assicurare l’approvvigionamento idrico, e in questo ambito la dissalazione gioca un ruolo fondamentale perché, avendo poca disponibilità di acqua da fiume, da lago, da fonti superficiali, il mare rimane una forma di compensazione importante».

È proprio qui che interviene Fisia?

«Il core business di Fisia è il trattamento dell’acqua. Ciò mi ha subito attirato perché sapevo che era la mia vocazione e quello che volevo fare.

Fisia opera principalmente all’estero, nello specifico in Medio Oriente e in particolare in Oman, Arabia Saudita, nei paesi del Golfo Persico e in parte anche in Sud America. Ma certamente la dissalazione è concentrata soprattutto nel Medio Oriente. Le persone servite da Fisia sono circa 20 milioni le quali tutti i giorni riescono a bere acqua dissalata grazie a una quarantina di dissalatori che la nostra azienda ha costruito nel mondo».

Cos’è un dissalatore?

«Il dissalatore è un impianto che trasforma l’acqua salata in acqua dolce, cioè con un basso contenuto salino. I dissalatori posso essere di due tipologie: termici e a membrane. I primi funzionano con un principio evaporativo, producendo acqua distillata che viene successivamente resa potabile. Ad oggi i dissalatori termici – per via degli alti consumi energetici – sono meno richiesti dal mercato. I dissalatori a membrane funzionano sostanzialmente con un sistema di filtrazione molto spinto, che permette di eliminare oltre a tutte le sostanze in sospensione anche i sali disciolti nell’acqua. L’acqua ottenuta dal processo di dissalazione, essendo praticamente priva di sali, viene successivamente resa potabile per aggiunta di alcuni sali e sanitizzata».

Lei di cosa si occupa precisamente in Fisia?

«Lavoro nella Ricerca e Sviluppo e mi sto occupando di rendere i processi di dissalazione più efficienti, e nello specifico sono impegnato nei processi di ottimizzazione della potabilizzazione dell’acqua».

Quanto è importante la sostenibilità anche in questo settore?

« È fondamentale, anche perché è necessario limitare il consumo di combustibili fossili per l’alimentazione degli impianti di dissalazione. Pertanto è allo studio l’impiego di sorgenti rinnovabili per rendere sempre più sostenibili gli impianti stessi anche dal punto di vista energetico».

Perché ha scelto Fisia Italimpianti?

«Lavorare in Fisia Italimpianti mi sta dando l’opportunità di rapportarmi con molti professionisti del campo della dissalazione e di conoscere meglio il mercato mondiale dell’acqua. È un’esperienza stimolante, che mi consente di crescere professionalmente nel settore che più mi interessa. Il fatto che Fisia Italimpianti è parte di Webuild, un Gruppo presente in cinque continenti, mi fa capire l’importanza di avere una visione globale nell’affrontare le sfide».

Cosa l’appassiona di questo lavoro?

«La consapevolezza di fare una cosa tanto banale quanto indispensabile come pulire l’acqua, mi fa stare bene. E quando mi chiedono se da qui a dieci mi vedo sempre nello stesso settore o altrove, io non dubbi e dico: rimarrò qui, sempre nel trattamento dell’acqua».