Storia e segreti della mappa della metro di New York

La storia di una mappa disegnata da architetti e artisti per rendere più fruibile una grande infrastruttura

Uptown and the Bronx; Downtown and Brooklyn. Milioni di persone si sono trovate nella loro vita con gli occhi all’insù a seguire i cartelli colorati dellametro di New York City. Il verde che da Wall Street conduce verso Harlem e oltre; il giallo che attraversa Times Square; l’arancione che conduce da Manhattan al Queens e molti altri colori che disegnano una delle mappe più conosciute del mondo.
Storia e immagine di una grande infrastruttura (394 km di tracciato e oltre 5 milioni di persone trasportate ogni giorno) che è divenuta un simbolo non solo per la sua funzionalità, ma anche per l’immagine impressa sulla sua mappa, che racconta molto di più del percorso compiuto dai treni.
Perché proprio la mappa della metro di New York – alla cui storia ha dedicato un ampio servizio anche il New York Times – è il frutto di uno studio durato anni che ha tenuto conto di fattori politici, ambientali, estetici, e che è stato realizzato per dar vita a una guida al trasporto che fosse facilmente comprensibile e di immediata lettura. Una fotografia del sottosuolo della Grande Mela che riscrive la realtà in modo così perfetto e ordinato da poter essere considerata alla stregua di un’opera d’arte.

Storia della mappa della metro di New York

Negli anni ’70 New York City era una città sull’orlo della bancarotta; il crimine era diffuso e le percentuali di utilizzo della rete metropolitana erano ai livelli più bassi mai raggiunti dal 1918.
Proprio in quegli anni la Metropolitan Transportation Authority, l’Authority statale che gestisce la rete di trasporto in città e nei territori limitrofi, ricevette migliaia di segnalazioni da parte dei cittadini che lamentavano la difficoltà di utilizzo della metro. Secondo il sito internet della MTA molti utenti protestavano per la genericità della mappa precedente.
E così, nel 1977 MTA istituì un comitato, guidato da John Tauranac, che sarebbe stato coadiuvato nei lavori dalla prestigiosa agenzia Michael Hertz and Associated, una delle più note nel campo del design, con l’obiettivo di disegnare una nuova mappa della metropolitana di New York.
La nuova mappa della metro avrebbe dovuto essere di facile lettura, intuitiva e comprensibile, pensata per agevolare l’utilizzo dell’infrastruttura non solo da parte dei cittadini, ma anche da parte dei turisti.
Nel 1986 il quotidiano “Newsday” riportò una dichiarazione di Tauranac nella quale veniva spiegato che «la mappa precedente andava bene per essere messa in mostra sul muro del Museo di Arte Moderna e non sulle stazioni della metropolitana».

I designer della mappa della metro di NYC

Per la stesura della nuova mappa furono condotti una serie di studi sulla percezione della vecchia. In particolare, lo psicologo Arline Bronzaft scoprì che molti utenti erano disorientati dalle linee rette dei tracciati che caratterizzavano il vecchio disegno, quando – viaggiando in metro – erano evidenti le curve dei treni.

Su questo elemento iniziò a lavorare Nobuyuki Siraisi, un noto scultore e pittore. Il suo contributo al gruppo di lavoro fu quello di adottare un metodo non convenzionale per rappresentare le linee della metro. L’artista percorse il tragitto di ogni treno con gli occhi chiusi, percependo con il corpo le curve compiute dal convoglio e riportandole una per una sul suo taccuino.
I nuovi tracciati, disegnati da Siraisi, avrebbero seguito i movimenti percepiti dai viaggiatori, restituendo un senso di verità all’esperienza del percorso compiuto.
Oltre a questo, l’artista assegnò un colore ad ogni linea, in modo che fossero facilmente riconoscibili, e restituì il colore reale agli elementi topografici della città, a partire dai laghetti, i parchi o altro.

Mappa della metropolitana di New York

I percorsi comuni a più linee, come ad esempio la direttrice Downtown-Uptown compiuta dalle linee 4, 5 e 6, sono stati accorpati in un’unica traccia grafica alla quale è stato dato un colore unitario, proprio per evitare sovrapposizione e confusione sulla mappa.
Inoltre, secondo i designer, la mappa della metro di New York avrebbe dovuto guidare le persone anche nei loro percorsi pedonali in superficie. Da qui il contributo di un’altra membra del team, la designer Susan Shaw, che lavorò affinché la città potesse essere navigata anche attraverso la mappa, riproducendo così ad esempio perfino gli stagni di Central Park.

Ridisegnare la geografia di New York City

Per capire con quale accuratezza sono stati realizzati gli interventi sulla mappa della subway newyorkese è sufficiente partire dalla geografia stessa dei 5 borough di New York City. La loro forma, le loro proporzioni, la loro grandezza, così come riportata sulla mappa, non corrisponde a forma, proporzioni e grandezza reali. In alcune zone come Lower Manhattan e Downtown Brooklyn, dove la densità dei treni è molto elevata, e sono tantissimi gli intrecci tra le linee, la geografia è stata distorta proprio per facilitare la navigazione e la lettura del percorso e delle fermate.

Un discorso particolare va riservato a Staten Island, uno dei 5 borough, che non ha linee metropolitane ma una linea ferroviaria. Fino al 1998 la rete di Staten Island non era inserita all’interno della mappa della metro, ma da quell’anno anche il servizio ferroviario dell’isola comparve sulla nuova mappa della metro di New York, proprio per fornire agli utenti un’immagine completa della rete di trasporto cittadina.

Il successo della nuova mappa

La nuova mappa prodotta dall’agenzia Hertz fu adottata ufficialmente nel 1978 e venne digitalizzata nel 1998. La sua versione finale era totalmente differente dalla precedente e conteneva tantissimi accorgimenti per renderne fruibile la comprensione, come ad esempio il ricorso a 20 font differenti per stile, grandezza, interlinea, ognuno di essi utilizzato per una finalità specifica.

Lo sforzo compiuto per dar vita a un nuovo modo di raccontare un’infrastruttura così strategica per la città è stato ripagato nel tempo. I cambiamenti furono tantissimi, dai colori alla geografica dei luoghi, ma contribuirono a disegnare quella mappa che ancora oggi – a distanza di oltre 40 anni – viene considerata una delle fotografie più simboliche di New York City.