Riyadh, la capitale che vuole diventare megacity

Progetti avveniristici e un’impronta “green” per il futuro della capitale saudita

 

Riyadh diventerà una megacity. È questo il messaggio che Fahd al-Rasheed, Presidente della Royal Commission for Riyadh City, ha lanciato all’ultimo World Economic Forum di Davos.
Un annuncio accompagnato dai numeri di una trasformazione senza precedenti: la popolazione che aumenta dell’8% di anno in anno, l’impegno a realizzare grandi opere infrastrutturali come la nuova rete metropolitana cittadina, la promessa di piantare un albero per ogni cittadino e di dar vita a una città sostenibile come Londra.

«Abbiamo lanciato una serie di progetti per trasformare la capitale dell’Arabia Saudita in una megalopoli» ha detto Fahd al-Rasheed. Una megalopoli moderna e innovativa, pensata per attrarre investitori e garantire un’elevata qualità della vita.

La trasformazione di Riyadh: il futuro della capitale

Guardare al futuro sta diventando un’abitudine per Riyadh. La città è al centro di una profonda trasformazione che nasce prima di tutto dal boom demografico che la vedrà protagonista nei prossimi anni. Secondo i dati ufficiali della Riyadh Development Authority, la popolazione della capitale saudita passerà da poco più di 6 a 8,1 milioni di abitanti entro il 2030. Questa esplosione demografica porta con sé una serie di conseguenze e di necessità, prima tra tutte quella infrastrutturale. Non stupisce allora che il governo saudita abbia lanciato lo scorso anno una serie di progetti annunciando un primo investimento sulla città pari a 22 miliardi di dollari, ai quali si aggiungono le risorse stanziate in precedenza per i progetti già avviati.

Questo sforzo economico darà una serie di risultati significativi in tantissimi settori. In termini di acqua riciclata, ad esempio, si passerà dai 90.000 metri cubi del 2019 a 1 milione nel 2030. Sempre nel prossimo decennio saranno costruiti nuovi impianti di gestione idrica, reti elettriche, infrastrutture per la mobilità, con una grande attenzione alla questione “green” che diventerà centrale per il futuro della capitale saudita.

Riyadh, la città sostenibile

La rivoluzione verde della capitale saudita è raccolta in un ambizioso progetto lanciato nel marzo scorso con l’obiettivo di trasformare Riyadh in una delle città più sostenibili al mondo.
Green Riyadh (questo il nome del piano) punta prima di tutto ad aumentare gli spazi verdi presenti all’interno della città, contribuendo a migliorare la qualità dell’aria e a ridurre le temperature in città. Secondo il progetto, da qui al 2030, 541 chilometri quadrati di aree cittadine saranno destinati al verde pubblico e in tutta la metropoli saranno piantati 7,5 milioni di alberi.

Nell’insieme – secondo quanto riporta il sito governativo “Riyadhgreen” – si tratta del progetto di riforestazione urbana più ambizioso al mondo nel quale saranno coinvolte 6.000 scuole, 2.000 parcheggi, 1.670 uffici governativi, 3.000 giardini di quartiere, 64 università, 9.000 moschee.
Al termine del progetto, l’area verde pro capite passerà dagli attuali 1,7 metri quadrati a 28 metri quadrati.

Il piano, oltre a mutare il volto della città, risponde all’esigenza sentita nel paese di sostenere un lento ma decisivo processo di trasformazione energetica, che lo porterà sempre di più ad affrancarsi dalla fonte primaria del petrolio.
Ancora nel 2019 il ministro dell’Energia, Khalid al-Falih, ha annunciato che entro il 2030 l’Arabia Saudita sarà in grado di attirare 429 miliardi di dollari di investimenti dal settore privato proprio per sostenere questa campagna di diversificazione energetica. Una diversificazione che parte anche dai trasporti e dalla decisione di puntare sempre di più sulla mobilità sostenibile.

Il piano per la trasformazione di Riyadh in una città sostenibile

La metro di Riyadh, un esempio mondiale di mobilità sostenibile

Bandiera del nuovo volto sostenibile di Riyadh è sicuramente la metro. Non una linea, ma una rete di sei linee che – una volta terminata – coprirà una distanza complessiva di 176 chilometri. Un’opera faraonica, che dovrebbe essere conclusa entro la seconda metà di quest’anno, nata da un’esigenza comune: evitare che il congestionamento renda impossibile la vita dei cittadini.
Secondo i dati ufficiali della Riyadh Development Authority la velocità media dei veicoli in superficie è oggi di 45 km/h, ma destinata a scendere a 18 km/h entro il 2030 senza interventi determinanti in tema di mobilità. Da qui la decisione di lanciare uno dei progetti più ambiziosi a livello mondiale di mobilità sostenibile al quale ha preso parte anche Salini Impregilo, realizzando la linea 3, la più lunga della rete (41,2 chilometri). Nel complesso la nuova rete sarà dotata di 85 stazioni, alla quale sarà accompagnato il rinnovamento del network di trasporto in superficie su gomma che arriverà a coprire 1.900 chilometri per un totale di 3.000 fermate.

La capitale delle infrastrutture

Non è forse un caso che l’ultimo appuntamento mondiale in tema di infrastrutture si sia tenuto proprio a Riyadh. Il 18 e 19 dicembre scorso la capitale saudita ha ospitato il primo meeting del G20 Infrastructure Working Group (IWG), nel corso del quale i rappresentanti delle prime 20 economie al mondo si sono dati appuntamento per discutere di sviluppo trainato dalle infrastrutture.
Una prospettiva che l’Arabia Saudita ha messo al centro di Vision 2030, l’ambizioso piano di sviluppo nazionale, e che punta prima di tutto sugli investimenti nelle infrastrutture di trasporto. Oltre alle risorse stanziate sulla capitale, il governo ha previsto una spesa di 36 miliardi di dollari per lanciare una serie di progetti di rinnovamento e costruzione di alcune infrastrutture strategiche, come aeroporti, ferrovie, porti e strade.
Grandi progetti come l’Haramain High Speed Railway, la linea ferroviaria ad alta velocità che collega le città di Mecca e Medina e che è stata inaugurata nell’ottobre del 2018.
È questo il futuro di Riyadh e dell’Arabia Saudita, decise a investire sulla sostenibilità e sui grandi progetti per rimanere aggrappate al treno della modernità.