Lo chiamano “La Scala del calcio”. Per tre motivi: per la grandiosità dell’insieme architettonico, per gli eventi calcistici grandiosi che ha ospitato, nonché in riferimento al famoso teatro cittadino. Lo stadio di San Siro, come scrisse nel 2009 Tony Evans sulle pagine del Times, «quando è illuminato, pare un’astronave atterrata in un quartiere residenziale. Potrebbe affrontare la Morte Nera e vincerla. Sì, è così impressionante» spiegando ai lettori che quando si scorge per la prima volta lo stadio Giuseppe Meazza è «arduo non restare senza fiato». Proprio quell’anno, del resto, lo stadio di San Siro è stato nominato come il secondo stadio più bello del mondo, messo sul secondo scalino di un podio mondiale da una platea di giornalisti ed ex calciatori.
Icona nel campo del calcio come in quello dell’architettura, lo stadio di San Siro è il più grande d’Italia, con una capienza record di 80.018 posti. Il secondo, molto distaccato, è lo stadio Olimpico di Roma, con una capienza di 70.634 spettatori. Sempre parlando di primati, va inoltre detto che si tratta dello stadio più titolato del mondo, ospitando due squadre di livello internazionale come Milan e Inter. Qui vediamo la storia della costruzione e dei successivi ampliamenti del celebre stadio di Milano.
La costruzione dello stadio di San Siro nel 1925
La storia dello stadio di San Siro inizia quasi un secolo fa, in un quartiere denominato San Siro per via dell’antica Chiesa di San Siro alla Vepra, della quale oggi resta solamente l’abside. A spingere verso la costruzione dello stadio fu Piero Pirelli, figlio di quel Giovan Battista Pirelli che fondò l’omonima azienda di pneumatici. All’epoca Piero Pirelli era presidente del Milan: una curiosa coincidenza, pensando che il marchio di famiglia diventerà successivamente lo sponsor principale dell’Inter. Il quartiere proprio in quegli anni era diventato il centro sportivo milanese, grazie ai lì presenti ippodromi, allora molto più importanti delle strutture riservate al calcio: basti pensare a questo proposito che dapprima i locali al di sotto della tribuna principale di San Siro vennero utilizzati come scuderie per cavalli.
Il disegno del “primo” stadio di San Siro venne affidato agli architetti Ulisse Stacchini (che disegnò anche la Stazione Centrale di Milano) e Alberto Cugini. Il risultato fu uno stadio all’inglese, senza particolari slanci avveniristici: quattro tribune indipendenti – di cui una sola coperta – costruite in cemento armato, per una capienza compresa tra le 35.000 e le 40.000 persone. Il costo complessivo fu inferiore a 2 milioni di lire dell’epoca, con lo stadio che divenne la casa del Milan, mentre l’Inter continuò a giocare all’Arena Civica per altri 3 decenni. A inaugurare lo stadio fu proprio un derby, il 19 settembre 1926, con i cugini interisti a imporsi con 6 gol contro 3.
L’ampliamento di San Siro negli anni Trenta
Negli anni Venti fu quindi costruito il nucleo originale dello stadio di San Siro. Vista la crescita di interesse intorno al mondo del calcio, negli anni Trenta si decise per un primo ampliamento, firmato da Bertera e Perlasca: le due tribune principali vennero allungate, e furono creati gli accordi tra i 4 lati, unendo lo stadio nella sua famosa forma a “catino”. Inaugurato nel 1939 con una partita tra Italia e Inghilterra, lo stadio dichiarava una capienza di 150.000 persone, anche se in realtà la capienza effettiva era di circa 60.000 persone. Nell’immediato dopoguerra, però, ci si rese presto conto che si rendeva necessario un nuovo ampliamento.
La costruzione del secondo anello dello stadio di San Siro negli anni Cinquanta
Con i lavori degli anni Cinquanta, lo stadio San Siro fece un balzo in avanti verso la struttura che conosciamo oggi: l’obiettivo era quello di costruire un secondo anello. La progettazione fu affidata a Ferruccio Calzolari e da Armando Ronca, che per sopraelevare la struttura decisero di inglobare lo stadio in una grandiosa struttura in calcestruzzo, così da sostenere il secondo anello di gradinate a sbalzo. Furono costruite così le famose rampe elicoidali ad abbracciare il catino interno: la loro realizzazione richiese 500 giorni di lavoro, con 300 operai all’opera. È da sottolineare il fatto che durante i lavori non cessarono i match, con lo stadio che restò quindi parzialmente agibile per tutto il tutto il tempo. L’inaugurazione avvenne il 22 aprile 1956, con la partita Italia-Brasile, vinta 3-0 dagli azzurri.
L’ampliamento degli anni Novanta: le torri e il terzo anello
In vista della candidatura ai Mondiali di calcio del 1990, si resero necessari nuovi lavori di ampliamento, per aumentare la capienza nonché per assicurare agli spettatori più comfort nonché più sicurezza. Lo stadio – che nel frattempo era stato dedicato a Giuseppe Meazza, famoso giocatore e successivamente allenatore milanese – doveva essere alzato ulteriormente con un terzo anello. Per permettere questa nuova sopraelevazione gli architetti Ragazzi e Hoffer scelsero di costruire 11 torri cilindriche addossate alla preesistente struttura, così da ottenere un nuovo anello parziale – eccezion fatta quindi per la tribuna verso l’ippodromo, per la mancanza di spazio sufficiente per la costruzione delle torri.
L’occasione viene sfruttata anche per coprire le tribune, grazie a delle travi reticolari rosso fiammante sostenute dalle quattro torri poste gli angoli. Anche in questo caso, i lavori vengono compiuti senza imporre la chiusura dello stadio. Il risultato è un terzo anello con una forte pendenza di 37°, eguagliato unicamente dal quinto anello dell’Estadio Bernabéu di Madrid e dall’ultimo anello dell’Estadio Mestalla di Valencia: l’impatto visivo per gli spettatori aumenta così ulteriormente di fascino.
Lo stadio di Milano Giuseppe Meazza oggi
Caratterizzato da un’architettura a matrioska, con successivi interventi nel tempo ad abbracciare le strutture precedenti, lo stadio di San Siro si conferma come un unicum a livello mondiale, rappresentando in modo ideale un secolo di storia del calcio italiano. Dei brevi lavori di riqualificazione, con modifiche assolutamente minime rispetto agli interventi descritti, si sono resi necessari nel 2008, per adeguare la struttura alle normative imposte dalla Uefa. È in seguito a quei lavori che la capienza massima dello stadio è arrivata all’attuale soglia di 80.018 spettatori.