Da Ertan alle Tre Gole, le dighe che fanno correre la Cina

Tecniche ingegneristiche e innovazione dietro la costruzione delle grandi dighe cinesi

Un solo impianto idroelettrico ma capace di soddisfare il 3% del fabbisogno energetico della Cina. Per capire la portata e la potenza della diga delle Tre Gole è necessario piombare nel cuore della provincia di Hubei, 185mila chilometri quadrati e 58 milioni di abitanti nel centro della Cina e a nord del lago Dongting. Lì, dove lo Yangtze, il fiume azzurro, attraversa per oltre 6mila chilometri il paese, bagnando la megalopoli di Chongqing, per finire nel mare.

Rendere navigabile un’ampia parte del fiume Azzurro e ridurre il rischio di inondazioni è stata una delle ragioni della costruzione di questa enorme diga. Lo Yangtze è infatti il corso d’acqua più importante per la storia cinese e ancora oggi dalle aree fertili che lo costeggiano viene prodotto il 20% del prodotto interno lordo del paese.

Ma il contributo principale della diga all’economia cinese deriva proprio dalla sua capacità di produrre energia, grazie all’enorme complesso idroelettrico ultimato nel giugno del 2006 che è in grado di generare ogni anno 98,8 TWh. Un risultato ottenuto per mezzo delle sofisticate tecniche ingegneristiche che negli anni sono state adottate nella costruzione dei grandi impianti idroelettrici cinesi. Impianti come quello di Ertan, costruito dal Gruppo Webuild sul fiume Yalong, affluente proprio dello Yangtze. Un’opera iniziata nel 1987 portando in Cina il meglio della tecnica ingegneristica italiana e permettendo al paese di realizzare quella che allora era una delle tre dighe più alte al mondo.

La diga delle Tre Gole, energia pulita per la Cina

Dalla cima dei grattacieli di Chongqing lo sguardo cade sullo Yangtze. È lì, nel cuore di una megalopoli da 31 milioni di abitanti, una delle aree urbane più popolose del mondo, che il fiume si lascia alle spalle le ombre dei palazzi e comincia a scendere verso le valli verdi della provincia per raggiungere le tre gole da cui prende il nome la diga stessa: la Gola di Qutang, la Gola di Wu e la Gola di Xiling.

La diga ha cambiato profondamente le caratteristiche delle tre gole. Per realizzarla sono state sommerse 13 città, 140 paesi e 1.352 villaggi, oltre che trasferiti altrove 1,4 milioni di persone. Un profondo cambiamento per l’intera regione che è stato necessario per costruire un’opera alta 180 metri con una lunghezza complessiva che supera i 2,3 chilometri, ma soprattutto dar vita a un bacino artificiale più lungo di 600 chilometri e più esteso di 1.000 chilometri quadrati, capace di contenere 22 miliardi di metri cubi di acqua.

Un’opera ingegneristicamente molto complessa che si completa con la costruzione della centrale elettrica dotata di 32 turbine Francis. L’energia elettrica prodotta in questo modo dall’impianto è l’equivalente di quanto sarebbe prodotto da 140 milioni di barili di petrolio, un dato che conferma il vantaggio in termini di sostenibilità energetica garantito da questi giganti di calcestruzzo.

L’opera è stata poi al centro di altri interventi ingegneristici di grande complessità come ad esempio la costruzione di un vero e proprio ascensore per navi, il più grande al mondo, operativo dal 2015 e in grado di consentire alle grandi navi di risalire il fiume arrivando dal mare alla città di Chongqing.

Ertan, la grande diga che ha fatto scuola

Se le dighe potessero essere catalogate in famiglie, quella di Ertan sarebbe la madre delle grandi opere cinesi. Nel 1999, al momento della sua inaugurazione, Ertan era infatti la più grande diga cinese per capacità produttiva, un primato che avrebbe lasciato proprio alla diga delle Tre Gole.

Anche Ertan domina una stretta valle, in questo caso quella sul fiume Yalong, a Sud-Ovest della Cina e a circa duemila chilometri da Pechino.

La costruzione dell’opera è iniziata nel 1987, negli anni in cui la Cina avrebbe iniziato quella lunga corsa che l’ha oggi portata ad essere la seconda economia al mondo. Ertan, secondo i promotori del progetto, avrebbe dovuto essere uno dei motori di quella corsa. Tuttavia, proprio per la complessità delle sue caratteristiche, il progetto venne assegnato – per la prima volta nella storia della Cina – a un gruppo straniero. Quello di Ertan è stato infatti il primo progetto idroelettrico che il paese ha aperto a una gara internazionale, gara poi vinta da Ertan Join Venture, con Impregilo Spa come capofila (42,5%), società poi confluita nel gruppo Webuild.

Un’opera necessaria – come ribadito anche dalla Banca Mondiale che ne finanziò la costruzione – perché proprio in quegli anni la domanda di energia nella provincia del Sichuan cresceva a ritmi del 7-8% all’anno, ma soprattutto sostenibile perché – dal momento della sua costruzione – avrebbe evitato ogni anno il consumo di 6 milioni di tonnellate di carbone. Per realizzarla era necessario però accedere a competenze internazionali, esperti nel settore in grado di portare a termine un progetto così complesso.

«Al tempo – spiegava allora la Banca Mondiale – il settore energetico in generale soffriva di una carenza di manodopera specializzata, metodi di gestione superati e assenza della tecnologia moderna, in particolare nella generazione di energia».

Una carenza che allora trovò risposta nelle competenze e nel know-how di Webuild, un’esperienza essenziale per la Cina che avrebbe fatto scuola anche nei megaprogetti che di lì a pochi anni avrebbero cambiato gli equilibri energetici del Paese.