Secondo il Guinness dei Primati la diga foranea più profonda d’Europa è oggi quella di Algeciras, in Spagna, che raggiunge i 40 metri sotto la superficie del mare.
Un primato che sarà superato dalla diga foranea di Genova, l’infrastruttura ligure che – una volta realizzata – arriverà a una profondità di 50 metri.
Le dighe foranee nascono a protezione dei porti e, a differenza dei moli che sono radicati nella terra ferma, queste infrastrutture sono “isole” nel mare. La loro utilità affonda nella storia: andando indietro di 150 anni, nel 1873 in Inghilterra è stata inaugurata dall’allora principe del Galles Albert Edward la diga foranea di Holyhead, che ancora oggi – con i suoi 2,7 chilometri – è la più lunga del Regno Unito.
Dagli Usa all’Italia, le dighe foranee oggi
Attualmente la loro presenza è particolarmente necessaria per la movimentazione delle grandi navi, i giganti del mare lunghi fino a 400 metri sempre più protagonisti del commercio globale.
Negli Stati Uniti, a Galveston, una cittadina del Texas che affaccia sul Golfo del Messico, è stata realizzata la più grande diga foranea del Paese che misura 10,7 chilometri di lunghezza con l’obiettivo di proteggere dalle tempeste tropicali le grandi imbarcazioni che movimentano il petrolio e i prodotti chimici estratti e trattati nello stato. Anche in California, nel porto di Long Beach (altro snodo strategico su cui converge il 15% del trasporto via cargo del paese) c’è una diga di questo tipo di circa 10 chilometri che permette l’accesso alle grandi navi.
Infrastrutture strategiche per il commercio navale
Nel 2021 il commercio globale ha raggiunto un valore complessivo di 28mila miliardi di dollari. Il 70% di questo valore risiede nelle merci che vengono trasportate via nave. A compiere il giro del mondo portando le merci da un continente all’altro attraverso gli oceani sono circa 100.000 grandi navi da carico, i giganti del mare che possono attraccare solo in determinati porti, quelli che hanno una adeguata profondità dei fondali e una protezione sufficiente dai venti e dal mare assicurata appunto dalle dighe foranee.
La possibilità di “ospitare” le grandi navi, come avviene nel porto di Rotterdam o in molti porti asiatici, rappresenta un volano di ricchezza considerevole proprio per la mole di scambi che queste imbarcazioni assicurano. Attualmente le navi più grandi possono essere caricate con 24.000 container standard, l’equivalente della capacità di carico che avrebbe un treno merci lungo 70 chilometri.
La diga foranea di Genova, un’occasione per rimettere l’Italia al centro degli scambi globali
In Italia, negli anni, sono state costruite numerose dighe foranee: la diga del porto di Prà in Liguria (lunga circa 3 km), quella del porto di Napoli (2,5 km), del porto di Pegli in Liguria (5,3 km), anche se nessuno dei porti italiani è in grado di accogliere le navi più grandi al mondo.
Genova, con il progetto di costruzione di una nuova diga foranea che raggiungerà la lunghezza di 6,2 chilometri e la profondità record di 50 metri, si candida ad ospitare i giganti del mare.
L’opera sorgerà infatti circa 450 metri più al largo di quella attuale e avrà la funzione di garantire transiti e manovre delle navi in assoluta sicurezza. Per costruirla sarà necessario realizzare un basamento con circa 7 milioni di tonnellate di materiale roccioso a 50 metri di profondità su cui saranno posizionati 100 cassoni cellulari in cemento armato alti fino a 33 metri, larghi fino a 35 e lunghi fino a 67 metri. In questo modo si garantiranno manovre e accessi alle grandi navi che raggiungono i 450 metri di lunghezza. L’opera, finanziata con fondi del PNRR e della Banca Europea per gli Investimenti, sarà realizzata in consorzio da Webuild, il gruppo che ha già costruito il Ponte San Giorgio di Genova e che è impegnato nella realizzazione dei Terzo Valico dei Giovi, l’alta velocità ferroviaria che collegherà Genova con Milano. Solo il cantiere della diga foranea permetterà di creare 1.000 posti di lavoro, trasformando peraltro Genova in uno degli hub commerciali più importanti d’Europa.