A pochi chilometri da Innsbruck, tra le verdi valli austriache, i campanili colorati e le pareti di roccia delle Alpi, sono iniziati gli scavi di un nuovo lotto della Galleria di Base del Brennero, la linea ad alta velocità che raggiungerà i 64 km promettendo di battere il record di tunnel ferroviario più lungo al mondo.
Da anni ormai si lavora sotto montagne alte quasi duemila metri per offrire un collegamento veloce, moderno e sostenibile che contribuisca a decongestionare l’autostrada del Brennero, una delle arterie stradali più trafficate d’Europa. L’obiettivo sarà assicurare al continente un collegamento ad alta velocità, parte della rete TEN-T, tra le più capillari reti ferroviaria al mondo.
Il 12 luglio scorso un altro capitolo di questa storia ingegneristica è stato scritto nella Gola del Sill-Pfons, dove sono iniziati gli scavi del Lotto H41, che collegherà la città di Innsbruck a Nord con la città di Pfons, più a Sud, attraverso la realizzazione di 22,5 chilometri di gallerie principali parallele e 38 cunicoli trasversali di collegamento. Un evento significativo per la storia di quest’opera al quale hanno preso parte anche la Ministra federale austriaca Leonore Gewessler e Pat Cox, il Coordinatore UE per il Corridoio Scandinavo-Mediterraneo della Rete TEN-T.
Lavori galleria del Brennero: parte lo scavo di Innsbruck
L’inizio degli scavi sul fronte austriaco apre un nuovo fronte nella costruzione di un’opera strategica per il trasporto nell’Unione Europea. Un’opera segnata da una elevata complessità ingegneristica oltre che dal rispetto di standard di costruzione tra i più elevati al mondo.
Nel Lotto H41, ad esempio, è stata dedicata particolare attenzione. Tutta la logistica dei cantieri è stata impostata per ridurre il tempo di viaggio necessario per il trasporto dei materiali. Allo stesso modo è prevista l’adozione di una serie di tecniche innovative che permettono di ridurre l’impatto acustico dei lavori, così come la produzione delle polveri. Anche l’acqua utilizzata dal cantiere sarà poi trattata prima di essere restituita all’ambiente circostante.
Tutto questo per completare la realizzazione di un’altra tratta della Galleria alla quale prenderanno parte 400 persone in forma diretta e circa 1.000 persone impiegate nell’indotto. Il loro compito sarà quello di portare a termine lo scavo in uno dei contesti idrogeologici più complessi al mondo, una sfida che il Gruppo Webuild (assegnatario dell’appalto insieme alla controllata CSC Costruzioni e al partner Implenia) ha vinto negli altri lotti completati (il Lotto Tulfes-Pfons in Austria) e in quelli in corso di realizzazione sul versante italiano.
Sottoattraversamento Fiume Isarco, missione quasi compiuta
Si può parlare di missione quasi compiuta per i lavori nel primo lotto della Galleria di Base del Brennero, quelli che hanno previsto il sottoattraversamento del fiume Isarco. In questa tratta dell’opera, infatti, gli scavi sono praticamente terminati e l’avanzamento lavori ha raggiunto il 93%. Anche in questo caso il Gruppo Webuild ha potuto contare, nei momenti di picco, del supporto di circa 300 persone, tra tecnici e operai, mentre oggi 84 persone sono impegnate nei cantieri e 34 negli uffici. Per loro il compito è stato molto complesso perché realizzare uno scavo sotto un fiume ha richiesto l’adozione di tecniche particolarmente innovative come quella del congelamento. Questa tecnica viene utilizzata quando il sottosuolo è ricco di acqua e proprio la presenza di questa acqua rischia di rendere incontrollabile lo scavo. La tecnica prevede prima di tutto un’attività di perforazione del terreno sotto al fiume con iniezioni di miscele cementizie necessarie per rallentare la velocità dell’acqua. In un secondo momento, all’interno dei fori realizzati, viene immesso azoto liquido ad una temperatura di 196 gradi sottozero. L’azoto a quel punto, passando dallo stato liquido a quello gassoso, assorbe il calore dal terreno circostante e ne congela una porzione pari a circa un metro intorno al profilo di scavo della galleria. Il congelamento da un lato rende lo scavo impermeabile all’acqua e dall’altro assicura resistenza al materiale posto intorno allo scavo stesso.
«All’interno del cantiere – spiega Antonio Gassirà, Project Manager del Lotto H71 – abbiamo fatto ricorso alle tecniche più innovative. Quella del congelamento, oltre a una serie di tecniche per il consolidamento dei terreni che – proprio per la loro componente innovativa – sono state presentate in più occasioni agli incontri organizzati dalla Società Italiana Gallerie e dalla Società Svizzera Gallerie».
Il Lotto Mules 2-3, le gallerie che attraversano le Alpi
Il Lotto Mules 2-3 è uno dei più grandi per lunghezza delle gallerie realizzate. Nel complesso la tratta è lunga 22 chilometri, 14 dei quali realizzati con scavo meccanizzato (TBM) e il resto con scavo tradizionale. Il progetto prevede numeri imponenti: 65 chilometri di gallerie complessivi, 42 dei quali realizzati in scavo meccanizzato. I numeri raccontano alla perfezione la dimensione di questo lotto che per lunghi tratti corre sotto centinaia di metri di roccia delle montagne che sovrastano le valli del Brennero.
«Per capire la complessità anche logistica di questo lotto – spiega Andrea Fossati, Project Manager per Webuild del Lotto H61 – basta considerare che, proprio per l’inaccessibilità del territorio, c’è un unico ingresso per tutte le lavorazioni in sotterraneo: dalla finestra di Mules partono infatti le gallerie per circa 5 km a Sud e 17 km a Nord. Lo scavo delle gallerie prevede la costruzione parallela di un cunicolo esplorativo che anticipa il cammino delle gallerie di linea, dove correranno i treni. Il cunicolo esplorativo è necessario per capire cosa ci troveremo davanti, che tipo di roccia e che tipo di terreni. E molto spesso, proprio in base a quello che troviamo, dobbiamo rimodulare le nostre tecniche di scavo».
Nonostante queste complessità i lavori procedono. Nel novembre del 2021 il cunicolo esplorativo ha raggiunto il confine con l’Austria, mentre oggi al completamento delle due gallerie di linea, fino ad arrivare al confine austriaco, mancano rispettivamente 1,9 km e 4,4 km.
«Il lavoro su questo lotto – prosegue l’ingegnere Fossati – richiede una sperimentazione costante perché è impossibile avere certezze lavorando sotto 1.700 metri di roccia».
È questa l’ennesima frontiera dell’ingegneria nelle grandi opere, una frontiera della tecnica che viene messa al servizio dei bisogni delle persone, perseguendo l’obiettivo comune di consegnare all’Europa il tunnel dei record che permetterà ai cittadini e alle merci di correre sotto le Alpi.