Lima, la megacity alla fermata della Linea 2

Conclusi gli scavi sulla prima tratta della metropolitana che collegherà i due estremi di una delle più grandi città americane

A salutare l’arrivo di Delia, la prima TBM nella storia del sottosuolo di Lima erano davvero in tanti. Il suo nome non è casuale perché Delia è il nome della prima donna peruviana ad aver conseguito la laurea in ingegneria mineraria presso l’Università Nazionale. E così il 26 gennaio scorso nella stazione Circunvalación, nel popoloso distretto di San Luis della capitale peruviana, è stata celebrata pubblicamente la cerimonia di breakthrough, il completamento del primo tratto di tunnel tra le due stazioni della Linea 2 della metropolitana di Lima.

Una linea che avrà un impatto considerevole attraversando la capitale lungo 27 chilometri di tunnel e collegando i due distretti di Ate e Callao.

Il progetto, che il Gruppo Webuild sta realizzando con un consorzio di imprese europee e locali, ha un valore di 3 miliardi di dollari e prevede, tra l’altro, la realizzazione di un segmento futuro della Linea 4. Una volta completate, le nuove tratte della metropolitana permetteranno di trasportare 1 milione di persone al giorno (1.200 passeggeri per ogni treno), collegando 10 distretti cittadini ma soprattutto riducendo in modo significativo il tempo di percorrenza tra Ate e Callao, da 2 ore e 45 minuti ad appena tre quarti d’ora. Un percorso che sarà servito da 37 stazioni, con 36 pozzi di ventilazione ed emergenza e due depositi per i treni.

È una rivoluzione per la mobilità della capitale peruviana che attualmente ha soltanto la Linea 1 per il trasporto su ferro, mentre la gran parte dei movimenti avvengono ancora su gomma e con mezzi privati e sono causa di congestionamento e inquinamento.

La metro di Lima un’occasione per la città

Lima dibatte sull’opportunità di dotarsi di una rete metropolitana dall’inizio degli anni Settanta del secolo scorso,  quando fu presentato il primo studio di fattibilità relativo alla costruzione di un sistema ferroviario veloce che collegasse, appunto, la città con Callao. Quel progetto venne approvato dal governo peruviano nel 1974, anche se ci sarebbero voluti molti anni prima dell’inizio dei lavori sulla Linea 1. Il progetto di costruzione ripartì realmente moltissimi anni dopo e soltanto nel  2011 la Linea 1 della “Lima Metro” venne finalmente inaugurata dall’allora Presidente Alan Garcia.

Nell’ultimo decennio il governo peruviano ha presentato progetti di costruzione di altre quattro linee metropolitane , che tuttavia ad oggi non sono ancora passati alla fase realizzativa.

L’unico grande progetto in via di costruzione è quello della Linea 2, considerata una grande opera nazionale proprio perché contribuirà a trasformare profondamente la mobilità di una metropoli sconfinata, divenuta – con i suoi 9 milioni di abitanti – la seconda più popolosa delle Americhe e considerata il centro politico, culturale, finanziario e commerciale del Perù.

Il governo del Perù e la sfida delle infrastrutture

Lima come il Perù. La capitale specchio del suo paese, alla ricerca di una strada per rendere sostenibile e duraturo il percorso di sviluppo riattivato dopo la crisi del Covid-19.

Nei primi giorni di gennaio il ministero delle Infrastrutture ha annunciato un nuovo piano per ridurre i ritardi nella modernizzazione e nell’ampliamento della rete di grandi opere nazionali, dalle strade agli aeroporti, dai ponti alle ferrovie.

Già nel 2021 gli stanziamenti del dicastero hanno raggiunto gli 8,2 miliardi di dollari, il 69% in più rispetto a quanto fatto l’anno precedente. Il 2022 è iniziato con una spinta ancora maggiore e con l’annuncio che il governo è intenzionato a sostenere una serie di progetti strategici come quello dell’aeroporto di Chinchero, alcuni progetti ferroviari e naturalmente il completamento della Linea 2 della metropolitana di Lima.

Secondo quanto dichiarato dal governo stesso proprio lo sforzo profuso nel 2021 sui progetti infrastrutturali strategici è stata una delle leve che ha riattivato lo sviluppo del Paese dopo due anni di profonda difficoltà economica.