L’Italia ad alta velocità corre sulle ferrovie

Nei prossimi dieci anni grossi investimenti da destinare alla mobilità sostenibile

Il tempo e lo spazio, insegna Einstein, sono variabili relative. Un’intuizione che oggi si presta al racconto di una nuova generazione di infrastrutture capace di abbattere i tempi e quindi di fatto ridurre gli spazi. Da qui a pochi anni la distanza tra Torino e Genova sarà coperta in un’ora rispetto alle attuali 1h e 40’, la distanza tra Genova e Milano in un’ora rispetto alle attuali 1h e 30’, la distanza tra Napoli e Bari in 2h rispetto alle attuali 3h e 35’ e la distanza tra Palermo e Catania in 2h contro le attuali 3.

Una volta completati i grandi progetti dei treni ad alta velocità e alta capacità, molti dei quali realizzati dal Gruppo Webuild che è oggi impegnato dalla Sicilia al Brennero, i tempi per collegare l’Italia si abbatteranno in modo significativo favorendo un modello di trasporto sostenibile e riducendo in questo modo il congestionamento e l’inquinamento.

È questo l’orizzonte futuro raccontato nel piano industriale di Ferrovie dello Stato, il Gruppo controllato dal Ministero dell’Economia italiano, che gestisce la rete dei trasporti su ferro e una parte della fitta rete stradale della Penisola.

Il piano prevede un investimento decennale (2022-2031) per modernizzare la rete di trasporto su ferro non solo ad alta velocità, ma anche sulle linee locali e su quelle che intrecciano le assi delle grandi città, a partire da Roma, Milano, Napoli, Genova, Firenze.

Treni più veloci, distanze più brevi

La riduzione dei tempi di percorrenza, accompagnata alla disponibilità di un mezzo di trasporto sostenibile, è uno dei punti chiave dello sviluppo italiano dei prossimi anni, sostenuto anche dal Governo Draghi attraverso gli investimenti previsti dal PNRR nel settore delle infrastrutture ferroviarie.

Il piano industriale di Ferrovie dello Stato punta a favorire questa trasformazione attraverso un programma di investimenti decennale da 110 miliardi di euro, che saranno divisi tra manutenzione straordinaria, tecnologie, reti regionali, connessioni porti/interporti, direttrici di interesse nazionale, sicurezza, linee turistiche, città metropolitane e connessioni con gli aeroporti.

Secondo i calcoli del Gruppo, una volta che il piano sarà pienamente operativo la capacità ferroviaria italiana, in termini di numero di treni e di chilometri interessati, aumenterà del 20% rispetto ad oggi con una conseguente riduzione significativa dei tempi di percorrenza per raggiungere le grandi città italiane. Napoli, Bari, Roma, Milano, Torino, Genova, sono tutte destinate a beneficiare dei grandi progetti di alta velocità ferroviaria che dal Terzo Valico dei Giovi alla Napoli-Bari sono oggi in costruzione.

Il ritorno al trasporto locale e allo sviluppo dei poli urbani

L’alta velocità rimane uno degli asset strategici di sviluppo della mobilità italiana, ma accanto a questo significativi saranno anche gli investimenti destinati al trasporto locale. Mentre da un lato le amministrazioni cittadine, sostenute anche dai fondi dello stato, stanno puntando alla realizzazione di nuove linee metropolitane nelle grandi città (accade oggi a Milano con la M4 e a Roma con la Metro C), dall’altro il piano industriale di Ferrovie punta anche allo sviluppo delle tratte regionali così come al lancio di nuovi progetti pensati proprio per accrescere la mobilità sostenibile urbana.

«Il cambiamento climatico con l’impatto sulle infrastrutture pone l’accento sulla rilevanza del tema ambientale. L’innovazione, il crescente ruolo del digitale e della connessione nelle infrastrutture sono tra i principali ispiratori delle azioni da compiere», ha detto l’amministratore delegato di Fs, Luigi Ferraris. «L’ambizione di far crescere il sistema è imprescindibile dallo sviluppo di nuove competenze specifiche e della relativa formazione. I nodi urbani ai quali dobbiamo essere sempre più connessi sono il centro nevralgico dell’economia, oltre che dell’ecosistema della mobilità a livello locale».

Trasporti, un nuovo strumento per il rilancio del Sud

La strada maestra per lo sviluppo dei territori è quella degli investimenti. Le grandi opere in costruzione si accompagnano investimenti nella flotta, strumento essenziale per migliorare l’esperienza di viaggio delle persone. Per riuscire in questo intento nei prossimi anni saranno acquistati 46 treni ad alta velocità, 34 treni Intercity e 495 treni regionali.

L’obiettivo – prosegue Ferraris – è quello di «trasportare persone e merci creando una mobilità semplice, interconnessa, sicura, rispettosa dell’ambiente e della qualità della vita, anche grazie a una maggiore indipendenza nell’utilizzo delle fonti energetiche».

Tutto questo ha come effetto naturale la creazione di lavoro e lo sviluppo dei territori. Oggi nel Sud d’Italia all’interno dei cantieri gestiti da Webuild lavorano 14.000 persone oltre a una filiera di 2.300 imprese fornitrici con contratti che si aggirano intorno agli 1,5 miliardi di euro. Una forza silenziosa impegnata a completare opere strategiche come appunto l’alta velocità Napoli-bari, l’alta capacità Palermo-Catania o anche la nuova strada statale Jonica.

È questa la strada dello sviluppo che fa del trasporto su ferro una delle sue garanzie di maggior successo.