È servito il crollo di un ponte per risvegliare la consapevolezza, tra cittadini e istituzioni, sul deterioramento delle infrastrutture pubbliche in Germania.
È successo a Dresda, nel settembre 2024. Il ponte Carola, uno dei simboli della città, è crollato all’improvviso, senza causare vittime, ma interrompendo il traffico e provocando un’ondata di polemiche. Più che un incidente isolato, è stato il sintomo di un sistema in crisi: una rete di strade, ferrovie e viadotti che invecchia e fatica a reggere il passo con i bisogni del Paese.
Un evento che ha segnato la fine di una stagione di austerità e aperto la porta a un nuovo paradigma: quello degli investimenti infrastrutturali per rilanciare crescita, occupazione e competitività.
La Germania di nuovo in pista con le infrastrutture
Il 24 giugno, con l’economia in stagnazione, il nuovo Governo guidato dal cancelliere Friedrich Merz ha presentato una bozza di bilancio per il 2025 che porta con sé l’obiettivo di invertire la rotta anche in tema di opere pubbliche.
Uno degli elementi chiave del bilancio è la creazione di un fondo infrastrutturale istituito per investire 500 miliardi di euro nei prossimi 12 anni. Secondo il governo l’iniziativa darà un impulso immediato all’economia favorendo anche la creazione di posti di lavoro, e allo stesso tempo getterà le basi per una crescita duratura grazie al rinnovamento delle infrastrutture pubbliche.
«Ho una priorità molto chiara per entrambi i bilanci federali: dobbiamo rimettere il nostro Paese sulla strada della crescita» ha dichiarato Lars Klingbeil, Ministro federale delle Finanze, in un’intervista pubblicata sul sito del ministero alcune settimane prima della presentazione della bozza di bilancio.
«È l’unico modo per salvaguardare posti di lavoro di qualità – ha proseguito il Ministro – garantire una trasformazione equa della nostra economia e realizzare gli investimenti necessari per lo sviluppo di infrastrutture moderne».
Secondo le stime dell’agenzia di rating Scope, riportate da Reuters, l’effetto del fondo potrebbe far crescere il PIL tedesco dall’attuale 0,7% a circa l’1%.
Pianificare, costruire, spendere nel trasporto pubblico
Il Ministero dei Trasporti sarà tra i principali beneficiari del fondo. Su un totale di 500 miliardi, ben 166 miliardi sono destinati al comparto trasporti: 107 miliardi per le ferrovie; 52 miliardi per le strade federali; 8 miliardi per le vie navigabili.
«È il vero punto di partenza», ha dichiarato il Ministro Patrick Schnieder, sottolineando che la priorità iniziale sarà la manutenzione e ristrutturazione della rete infrastrutturale esistente, in particolare dei ponti e delle infrastrutture ferroviarie. «Ma nei prossimi anni dovremo guardare anche a nuove infrastrutture», ha aggiunto.
In un’intervista di luglio con l’agenzia di stampa tedesca Deutsche Presse-Agentur (DPA), l’amministratore delegato di Deutsche Bahn, Richard Lutz, ha commentato positivamente il piano: «Il fatto che riceveremo ulteriori stanziamenti dal fondo speciale è un’ottima notizia». E adesso tutti attendono settembre, quando il Governo invierà la bozza di bilancio al Bundestag per l’approvazione finale.
Sud Italia, un esempio per l’alta velocità ferroviaria nella TEN-T
La scelta di tornare a investire sulle opere pubbliche, e in particolare sui servizi di trasporto, è stata già sposata da altri paesi europei e in particolare dall’Italia, che ha destinato molte delle risorse del NextGenerationEU proprio sullo sviluppo dei suoi trasporti, a cominciare da quelli ferroviari.
Il focus è sul Mezzogiorno, dove è in corso una trasformazione senza precedenti grazie all’impegno del Gruppo Webuild, oggi al lavoro su 19 progetti strategici lungo i principali assi infrastrutturali.
Tra le opere in corso figurano: la tratta ferroviaria Alta Velocità Napoli–Bari; la linea Alta Capacità Palermo – Catania – Messina; la linea AV Salerno–Reggio Calabria; il corridoio autostradale Ragusa – Catania.
Una volta completate, tutte le nuove ferrovie ad alta velocità entreranno a far parte della Rete di Trasporto Trans-Europea (TEN-T, Trans-European Transport Network), concepita per migliorare i collegamenti tra gli Stati membri dell’UE e ridurre le emissioni di CO₂, privilegiando così il trasporto su rotaia rispetto a quello su strada e contribuendo ad aumentare competitività dell’economia europea.
Infrastrutture come leva per il futuro e per la sostenibilità ambientale
In un’Europa che cerca nuove vie per sostenere la crescita e affrontare le sfide ambientali, la svolta tedesca segna un cambiamento di paradigma: non più tagli, ma investimenti strategici.
Costruire infrastrutture non significa solo aprire cantieri: vuol dire rilanciare l’economia reale, creare posti di lavoro, connettere territori e garantire a tutti un futuro più sostenibile e competitivo.
Un messaggio chiaro che, partendo da Berlino, parla a tutta l’Europa.