Ogni estate milioni di persone partono verso le loro destinazioni da sogno: spiagge assolate, isole da cartolina, villaggi bianchi arroccati sul mare.
Ma in alcune località sempre più spesso, dietro quella bellezza, si cela una sfida crescente: garantire la presenza di acqua potabile a residenti e visitatori, poiché la pressione sul sistema idrico aumenta nella bella stagione, complici anche i sempre più ricorrenti periodi di siccità.
Per affrontare il disagio, c’è chi sta investendo in soluzioni concrete come il potenziamento delle reti idriche e nuovi impianti di dissalazione e potabilizzazione dell’acqua.
Per fare un esempio, l’Arabia Saudita è il maggiore produttore mondiale di acqua desalinizzata, con una capacità installata superiore a 7,6 milioni di metri cubi al giorno con cui riesce a coprire circa il 70% del suo fabbisogno idrico urbano. Qui si trova il dissalatore di Shoaiba, realizzato da Fisia Italimpianti del Gruppo Webuild, che fornisce acqua potabilizzata a oltre un milione di abitanti delle città di La Mecca, Jeddah e Taif.

Turismo e acqua potabile: una convivenza sempre più delicata
Molti non sanno che un turista consuma mediamente da 3 a 5 volte più acqua di un residente locale. Docce più lunghe, piscine sempre aperte, irrigazione dei giardini degli hotel e consumi nei ristoranti fanno salire vertiginosamente la domanda idrica durante i mesi estivi.
Le conseguenze sono evidenti: razionamenti, aumento dei costi per l’acqua, interdizioni per l’irrigazione dei campi. Un caso emblematico è Zanzibar, dove i turisti arrivano a consumare fino a 15 volte più acqua rispetto agli abitanti, accentuando il divario e le difficoltà di approvvigionamento idrico locale.
O ancora, in alcune località come Agrigento o Sifnos, l’estate 2024 è stata segnata da vere e proprie emergenze idriche, con i comuni costretti a installare autobotti e a imporre restrizioni rigide impattando sul turismo stesso.
Un disagio sociale e non solo, perché uno dei primi settori colpiti è sicuramente l’agricoltura: quando le falde sono in calo, si dà priorità agli usi urbani e turistici, lasciando i campi a secco.
Le strategie adottate dalle mete turistiche contro la crisi idrica
Per far fronte a questa scarsità idrica, la nota destinazione turistica isola di Cipro sta correndo ai ripari con la dissalazione dell’acqua marina.
Cipro ha annunciato un investimento di 3 milioni di euro per aiutare gli hotel a costruire i propri impianti di desalinizzazione. L’isola del Mediterraneo, inoltre, interverrà con altri 8 milioni di euro per la manutenzione delle reti idriche per ridurre le perdite. E non mancherà la promozione di pratiche di risparmio idrico tra i turisti stessi.
La sfida, insomma, è trovare un equilibrio tra sviluppo turistico e tutela della disponibilità idrica, attraverso investimenti, innovazione tecnologica e soprattutto un cambio di mentalità che coinvolga tutti: governi, operatori del settore e viaggiatori.