Il deserto e il petrolio. L’immagine più comune che in poche parole racconta la Penisola Arabica è questa e ruota intorno ai suoi elementi più rappresentativi: il deserto, che si estende per oltre 2,2 milioni di chilometri quadrati, e l’oro nero, che negli ultimi vent’anni ha accelerato la trasformazione economica, urbanistica, culturale e sociale dei suoi paesi.
Uno sviluppo che tuttavia sarebbe irrealizzabile senza l’acqua, essenziale non solo per rispondere ai bisogni dei cittadini e delle imprese, ma anche per far muovere intere nazioni con i loro progetti infrastrutturali faraonici e le ambizioni grandiose. Ecco perché da anni tanto l’Arabia Saudita quanto gli Emirati Arabi Uniti stanno investendo sullo sviluppo di impianti idrici e sull’adozione delle tecnologie più innovative per utilizzare al meglio l’acqua di cui dispongono e contestualmente reperirne di nuova.
In una delle zone più calde e aride del mondo, dove la temperatura annuale media si aggira intorno ai 32° e le precipitazioni variano tra i 50 e i 70 mm di acqua all’anno, gestire la risorsa idrica diventa essenziale, prima di tutto per la sopravvivenza, quindi per lo sviluppo.
La strategia dell’Arabia Saudita: investire nell’acqua potabile e negli impianti idrici per la desalinizzazione
Che l’acqua fosse centrale per lo sviluppo del Paese è un fattore che il Regno dell’Arabia Saudita, il più grande e popoloso tra gli stati della Penisola Arabica, tiene in considerazione da diversi decenni, durante i quali ha messo a punto una strategia sia per tutelarla sia per il suo approvvigionamento.
Oggi la popolazione dell’Arabia Saudita ha raggiunto i 34 milioni di persone, ma le stime prevedono che i residenti arriveranno a 77 milioni entro il 2050. Anche questo indica l’esigenza di investire sull’acqua e sulle infrastrutture strategiche per tutelarla. Questo compito è affidato alla Saudi Water Authority, l’autorità governativa dell’Arabia Saudita responsabile della regolamentazione e del monitoraggio delle attività e dei servizi del settore idrico per migliorare la sostenibilità idrica in tutto il Regno.
Attualmente in Arabia Saudita, la Saudi Water Authority gestisce 30 grandi impianti idrici di dissalazione, con 4.000 chilometri di acquedotti e una forza lavoro di 10mila persone. Gli stessi impianti producono oltre 3 miliardi di metri cubi al giorno d’acqua potabile e assicurano il 70% del fabbisogno idrico delle città saudite.
Proprio gli impianti di desalinizzazione – che sfruttano l’acqua del mare trasformandola in acqua potabile – sono ormai da anni al centro della strategia saudita di gestione idrica e sono diventati essenziali e sempre più indispensabili.
Portare la neve in Arabia Saudita: dighe, dissalazione e altri impianti idrici per Trojena
Per capire cosa è davvero in grado di fare l’innovazione ingegneristica è sufficiente guardare a quello che forse è uno degli eventi più ambiziosi degli ultimi decenni: i 2029 Asian Winter Games che saranno ospitati proprio dall’Arabia Saudita.
In sostanza, i Giochi invernali asiatici si terranno a Trojena, una località di montagna dell’Arabia Saudita dove la neve non si vede da anni e dove le temperature difficilmente scendono sotto lo zero. Nonostante questo, il Paese è al lavoro per la realizzazione di un maxi progetto che da un lato prevede l’utilizzo di impianti di desalinizzazione per trattare l’acqua del mare, quindi il suo stoccaggio a valle tramite un sistema di dighe dalle enormi dimensioni e infine il pompaggio dell’acqua sulle montagne che dovrà poi essere trasformata in neve.
Al progetto prende parte anche il Gruppo Webuild, impegnato da anni in Arabia Saudita e al lavoro nella costruzione delle tre dighe di Trojena, che daranno vita al maxi lago di acqua dolce lungo 2,8 chilometri. Un’opera unica nel suo genere che conferma l’impegno dei paesi della Penisola Arabica nella gestione delle risorse idriche.
Tutti a scuola di desalinizzazione a Dubai
Ancora oggi, oltre dieci anni dopo la sua inaugurazione, l’icona più rappresentativa degli sforzi della Penisola Arabica in tema di dissalazione si trova a Dubai. Il simbolo dello sviluppo di quest’industria nella regione rimane infatti l’impianto di desalinizzazione Jebel Ali M, terminato nel 2012 e in grado di generare 636.400 metri cubi di acqua al giorno.
Le sue unità di dissalazione sono tuttora tra le più grandi al mondo e vengono alimentate dall’acqua del Golfo Persico attraverso enormi condotte di aspirazione. A guardarlo sulla spiaggia prospiciente il mare, l’impianto sembra infinito ma quello che colpisce ancora di più è il suo impatto sulla vita dell’Emirato.
Jebel Ali M assicura infatti acqua potabile per la città di Dubai, divenuta ormai un hub internazionale per il business e il tempo libero. A realizzarlo è stata la società Fisia Italimpianti del Gruppo Webuild, leader globale nel settore del trattamento delle acque e della desalinizzazione, capace di servire oggi – grazie agli impianti idrici realizzati in giro per il mondo – oltre 20 milioni di persone.