È la più grande e complessa rete di fiumi in Australia, pari a 1 milione di chilometri quadrati che interessano quattro stati e un territorio: New South Wales, Queensland, South Australia, Victoria e Australian Capital Territory. Ma negli ultimi anni, l’aumento dei fenomeni di siccità e l’uso sempre più massiccio dei corsi d’acqua per scopi agricoli o commerciali hanno messo a dura prova la portata e la tenuta del Murray-Darling Basin.
Questo incredibile bacino idrico rappresenta infatti un patrimonio per il paese. Intorno al bacino vivono 2,3 milioni di australiani, oltre a 120 specie differenti di uccelli. Il turismo ha un impatto annuale sul territorio di 11 miliardi di dollari australiani, l’agricoltura crea una ricchezza pari a 14 miliardi di dollari USA grazie alle 7.300 attività agricole irrigate dalle sue acque.
Ecco perché già dal 2012 il paese ha avviato un progetto – ancora in corso – per la salvaguardia, la protezione e la modernizzazione delle infrastrutture essenziali per la vita del Murray-Darlin Basin.
Prosegue il piano per proteggere il più prezioso bacino idrico australiano
Tra il 2008 e il 2025 il governo federale australiano ha stanziato 9,5 miliardi di dollari USA per sostenere progetti infrastrutturali legati alla gestione idrica. Di questi, la quasi totalità, ovvero 8,2 miliardi di dollari, hanno finanziato il piano di protezione e sviluppo del Murray-Darlin Basin.
Secondo il budget pubblicato sul sito del governo australiano (Department of Climate Change, Energy, The Environment and Water) sul progetto restano ancora da investire, tra la fine del 2023 e il 2024, circa 800 milioni di dollari.
Molti degli interventi realizzati in questi anni, e ancora oggi in corso di realizzazione, hanno avuto come centro di gravità la costruzione di nuove infrastrutture idriche e la modernizzazione delle vecchie. Dighe, tunnel idraulici, impianti di gestione delle acque sono stati costruiti o riqualificati proprio per evitare una eccessiva dispersione della risorsa idrica e un suo utilizzo più razionato e sostenibile.
L’intera rete di corsi d’acqua che compone il suo vasto territorio è infatti gestita da anni attraverso un complesso sistema di bacini idrici, impianti idroelettrici, chiuse che permettono il passaggio delle imbarcazioni così come la deviazione delle acque verso i punti di raccolta essenziali per l’agricoltura.
Proteggere e utilizzare al meglio l’acqua per l’Australia
L’impegno a proteggere il Murray-Darlin Basin viene rinnovato tra diversi stati australiani da oltre un secolo. Risale infatti al 1914 il primo accordo siglato tra New South Wales, South Australia e Victoria per gestire in modo sostenibile e proteggere le acque del fiume Murray e del suo bacino. Da allora ogni stato contribuisce, anche finanziariamente, agli interventi di protezione di questa incredibile ricchezza idrica.
Oggi più che mai, in virtù dei cambiamenti climatici che hanno causato fenomeni ciclici di siccità oltre naturalmente alla presenza sempre più intensiva dell’uomo e delle sue attività economiche, l’acqua per l’Australia è un bene prezioso. Proprio per la sua migliore gestione il Gruppo Webuild, capogruppo della joint-venture Future Generation (insieme alla controllata americana Lane e a quella australiana Clough) sta realizzando Snowy 2.0, una rete di impianti idroelettrici che aumenterà di 2.000 MW la produzione energetica del sistema Snowy Mountains Hydro-electric Scheme. L’impianto, che sorge tra le montagne del New South Wales, rappresenta oggi il progetto di energia pulita più grande della storia australiana e, proprio attraverso una corretta gestione delle acque, garantirà l’approvvigionamento energetico a tre milioni di abitazioni.