Qualcuno l’ha già ribattezzato l’anno del grande diluvio. Nella storia dell’Australia il 2022 sarà ricordato come l’anno delle precipitazioni incontrollate, un effetto del cambiamento climatico che ha causato danni alle persone e alle infrastrutture, con costi considerevoli per i governi degli stati così come per la collettività.
Solo per le grandi piogge che tra febbraio e marzo scorso hanno flagellato le zone costiere del Queensland e del New South Wales, sono state attivate 236.000 cause assicurative con perdite per le compagnie calcolate in 5,5 miliardi di dollari, costi che naturalmente stanno ricadendo sugli stessi australiani attraverso l’aumento dei premi assicurativi.
Ma questo non è l’unico costo delle grandi precipitazioni. Il solo New South Wales ha calcolato che le piogge hanno causato alle infrastrutture dello stato danni per 1,5 miliardi di dollari che hanno oggi bisogno di interventi urgenti di manutenzione.
I cambiamenti climatici stanno colpendo duramente il paese proprio nel momento in cui le grandi città sono al centro di ambiziosi progetti di riqualificazione urbana grazie alla costruzione di opere come aeroporti, linee metropolitane, ferrovie di superficie. Un’importante occasione di sviluppo che deve essere protetta prima di tutti intervenendo per ridurre al minimo l’impatto negativo degli eventi atmosferici sulle infrastrutture e l’economia.
Queensland, New South Wales e Victoria, ecco gli stati più colpiti
Il Queensland è uno degli stati più vitali dell’Australia e Brisbane una delle città al centro di una profonda trasformazione. Anche per questo gli eventi atmosferici lo hanno colpito in termini economici più degli altri.
Solo per il 2022 lo stato ha calcolato che il costo sociale, finanziario ed economico delle grandi piogge raggiungerà i 7,7 miliardi di dollari. I costi assicurativi sostenuti dalla città di Brisbane sono pari a 1,38 miliardi, il dato più elevato di qualunque altra città australiana.
Come il Queensland anche il New South Wales e il Victoria sono stati duramente colpiti. Le piogge hanno battuto duramente tanto Sydney quanto Melbourne, oltre naturalmente ai territori interni dello stato causando danni ingenti. Le inondazioni della primavera scorsa hanno mandato in rovina 10 milioni di tonnellate di grano costando ai produttori 5 miliardi di dollari.
Intervenire sulle infrastrutture, l’imperativo dei prossimi mesi
La risposta che i governi australiani stanno approntando si basa anche sul rafforzamento della rete infrastrutturale del paese. Gli eventi atmosferici hanno infatti causato anche danni considerevoli alle grandi opere richiedendo che molte siano messe in sicurezza e altre siano addirittura ricostruite da zero. Nell’area Sud Est del Queensland sono stati stimati danni alle infrastrutture pubbliche per 492 milioni di dollari, e tra gli interventi previsti è stata inserita anche la messa in sicurezza di 1.718 chilometri di strade e ferrovie statali.
Anche nel New South Wales, le piogge del febbraio scorso hanno causato danni a 2.000 chilometri di strade statali e locali, mentre il costo per rimettere in sesto le opere colpite è stato calcolato in 1,5 miliardi di dollari.
Così come accaduto con strade, autostrade, ponti e ferrovie, sono state colpite anche le reti elettriche, tanto che – riporta lo studio “The great deluge: Australia’s new era of unnatural disasters” realizzato dal Climate Council – le inondazioni nel New South Wales hanno causato numerosi blackout obbligando i cittadini a rimanere senza luce anche per 13 giorni.
Nuovi investimenti per proteggere l’Australia
Mentre da un lato è doveroso intervenire per ridurre i fattori che causano i cambiamenti climatici, dall’altro è necessario mettere in sicurezza le comunità più colpite e assicurare il buon funzionamento delle loro infrastrutture.
Il Final Budget Outcome del governo federale australiano ha previsto per il periodo 2002-2022 una spesa di 24 miliardi di dollari proprio per riparare i danni degli eventi atmosferici, ma sono fondi insufficienti rispetto alle esigenze reali che arrivano da tutti gli stati.
Oggi ogni stato viaggia per sé, cercando di rispondere alle emergenze con le proprie finanze senza però interrompere il virtuoso processo di riqualificazione urbana avviato in questi anni. Proprio le infrastrutture appena terminate, insieme a quelle oggi in costruzione, permetteranno all’Australia di ridurre l’effetto devastante del clima impazzito proteggendo i cittadini così come le imprese.