Qualunque sarà l’evoluzione della pandemia del Covid, l’Australia ha già pronta la sua risposta economica: confermare gli investimenti annunciati, reperire nuove risorse e rilanciare i progetti per le infrastrutture strategiche.
Dalla costruzione del Sydney Harbour Bridge, completata negli anni Trenta, fino allo sviluppo tra il ’49 e il ’74 del primo Snowy Mountains Hydroelectric Scheme, l’enorme impianto idroelettrico di pompaggio per la gestione dell’acqua, l’Australia ha fatto sempre ricorso alle infrastrutture come strumento per sostenere la crescita economica.
Una convinzione confermata anche dall’ultimo report realizzato dagli analisti dell’Australian Bureau of Statistics di Ernst&Young. Lo studio calcola che per ogni miliardo di dollari australiani investito vengano creati sul mercato 2.700 posti di lavoro diretti e 2.900 indiretti, oltre a un valore aggiunto per la collettività pari a 590 milioni di dollari Usa.
Non stupisce allora che nel mese di agosto Infrastructure Australia abbia pubblicato la sua 2020 Infrastructure Priority List, presentandola come una lista di opere essenziali per sostenere la ripresa dopo il Coronavirus in Australia.
Le opere prioritarie per l’Australia
«L’Australia deve pianificare un progetto di rilancio rispetto a una serie di crisi differenti: la siccità, le inondazioni, gli incendi e adesso il Covid-19».
Con queste parole Romilly Madew, Ceo di Infrastructure Australia, ha inquadrato la sfida che attende il paese nei prossimi mesi.
Una sfida che trova risposta nella lista delle 155 infrastrutture prioritarie, indicate da Infrastructure Australia come necessarie per far ripartire l’economia e migliorare la qualità della vita dei cittadini. Infrastrutture complesse che insieme richiedono investimenti per 47 miliardi di dollari Usa e che vanno dall’alta velocità ferroviaria alle nuove autostrade, dagli impianti idroelettrici alle metropolitane cittadine.
Una mappa delle priorità, aggiornata rispetto all’ultima pubblicazione del febbraio scorso proprio per rispondere alle mutate esigenze di rilancio economico dettate dalla crisi del Covid-19. Rispetto a questo, Infrastructure Australia non è sola, ma la sua azione di stimolo agli investimenti segue la linea del governo federale che già dall’inizio dell’estate ha annunciato una nuova stagione di grandi opere per sostenere l’economia in Australia.
Tra queste rientra anche l’ambizioso progetto Snowy 2.0 (realizzato dal Gruppo Webuild e dalla compagnia australiana Clough), che prevede l’espansione dello Snowy Mountains Hydro-Electric Scheme, aggiungendo altri 2.000 MW di capacità di generazione energetica ai 4.100 già assicurati dal primo Snowy, oltre a 350.000 MW ora di stoccaggio energetico su larga scala.
I grandi progetti per rilanciare il paese
Nel mese di giugno il governo australiano ha annunciato un piano per accelerare l’approvazione di 15 grandi progetti infrastrutturali, un’operazione che nasce proprio per stimolare la crescita attraverso la riapertura dei cantieri.
Tra i progetti indicati rientra una nuova linea ferroviaria da 7,3 miliardi di dollari Usa tra Melbourne e Brisbane, un secondo impianto idroelettrico in Tasmania, l’ampliamento della Olympic Dam nel Sud del paese.
Secondo quanto dichiarato dal Primo Ministro Scott Morrison, la partenza di questi progetti dovrebbe dar vita a 66mila posti di lavoro, tra diretti e indiretti.
Alla base del piano del governo c’è la velocizzazione degli iter approvativi dei progetti, che – invece dei tradizionali tre anni e mezzo – dovrebbero concludersi entro i prossimi 21 mesi.
L’impatto evidente in termini di lavoro creato si accompagna a quello economico, calcolato dall’Infrastructure Sustainability Council of Australia (ISCA). Secondo questo istituto ogni dollaro australiano (pari a 0,7 dollari Usa) investito su progetti infrastrutturali che rispondono ai bisogni sociali e ambientali del paese produce una ricchezza di 2,4 dollari (1,7 dollari Usa).
Il Queensland risponde all’appello del governo
Lo stato del Queensland è stato uno dei primi a rispondere all’appello del governo federale, confermando l’intenzione di sostenere i grandi progetti infrastrutturali già programmati. Una convinzione ribadita nelle scorse settimane dal ministro delle Infrastrutture dello Stato, Cameron Dick che ha dichiarato pubblicamente: «Durante le attività di rilancio successive ai disastri naturali, abbiamo verificato che investire nelle infrastrutture è essenziale per sostenere le comunità locali e aiutarle a riprendersi più in fretta. La pandemia del Covid-19 è ovviamente differente rispetto a un ciclone o a un incendio, ma il nostro focus rimane sempre lo stesso: aiutare la popolazione nella ricostruzione del Queensland».
Così la risposta del governo locale è arrivata attraverso lo stanziamento di 39 miliardi di dollari Usa sotto forma di garanzie governative su investimenti già programmati, pubblici e privati, che copriranno i lavori previsti fino al 2023. Oltre a questo il governo ha stanziato altri 291 milioni di dollari Usa per la costruzione di nuove strade e ponti.
Ai nuovi progetti si aggiungono quelli in corso, come il Cross River Rail, la linea metropolitana che attraverserà il centro di Brisbane per 10,2 chilometri, o ancora l’ampliamento della Bruce Highway e della M1 tra Brisbane e la Gold Coast, progetti sui quali sono stati investiti 23 miliardi di dollari australiani.