La nuova vita degli stadi dei Mondiali 2022, tra sostenibilità ambientale e sociale

Tre anni dopo il Mondiale 2022, gli stadi nati per un evento globale cercano un ruolo stabile nella vita quotidiana del Paese. Dall’Al Bayt Stadium allo Stadium 974, scopri come queste infrastrutture sono inserite in progetti urbani e iniziative di sostenibilità ambientale.

Tre anni dopo l’apertura delle partite, sotto il cielo luminoso del deserto, gli stadi costruiti per la FIFA World Cup 2022 raccontano storie di progettazione ambiziosa, di uso immediato e di sfide per restare vivi, utili, significativi.

In Qatar, la legacy degli stadi non è semplicemente l’eredità di un torneo: è un esercizio di visione integrata su architettura, comunità, sostenibilità, turismo e cultura.

L’Al Bayt Stadium, lo stadio realizzato da Webuild proprio per Qatar 2022, è forse il simbolo più chiaro di questa eredità promessa: un’opera costruita per il grande evento, ma fin dall’inizio pensata per il futuro.

Al Bayt Stadium: il simbolo dei Mondiali 2022

L’Al Bayt Stadium è stato inaugurato nel novembre 2022, ospitando non solo partite del Mondiale 2022, ma anche eventi prima del torneo, come la FIFA Arab Cup 2021.

Situato ad Al Khor, a circa 35 chilometri da Doha, l’infrastruttura è in grado di accogliere fino a 60.000 spettatori. La sua forma richiama quella di una tenda beduina, con facciate e tetto realizzate in membrane di fibra di vetro intrecciata con un tessuto sintetico resistente ai climi desertici.

Ma l’ingegneria non è fine a sé stessa: quel che distingue l’Al Bayt Stadium è proprio il concetto di legacy. Fin dal progetto è stato previsto che dopo i Mondiali in Qatar la capienza potesse essere ridotta, tramite la rimozione del settore superiore, abbassando la soglia dei 60.000 spettatori a circa 32.000.

Parte del volume liberato, infatti, non è stato perso: qui si pensa a riconversioni che includono un hotel a cinque stelle, spazi commerciali, un centro per la salute sportiva, locali per la comunità. In questo modo, lo stadio si trasforma da monumento temporaneo a struttura permanente con usi quotidiani.

Questo piano di adattamento post-torneo risponde a una domanda cruciale, valida non solo per l’Al Bayt Stadium, ma per ogni grande infrastruttura costruita per eventi globali: come evitare che opere faraoniche diventino “elefanti bianchi”, costosi, inutilizzati e ingombranti nel paesaggio urbano?

Per rispondere a questa domanda, il Qatar ha investito decine di miliardi di dollari per preparare infrastrutture sportive, trasporti, alloggi, opere pubbliche correlate. Secondo le stime, circa 6,5 miliardi di dollari sono stati investiti solo per la costruzione o la ristrutturazione di sette nuovi stadi e di un altro già esistente.

Dopo la Fifa World Cup 2022: l’Al Bayt Stadium oggi

L’Al Bayt Stadium ha continuato a ospitare eventi importanti, non solo partite del campionato qatariota, ma anche partite della Asian Cup 2023 e altri tornei internazionali. È diventato punto di riferimento per lo sport, ma anche per la comunità locale, grazie ai parchi e luoghi pubblici, strutture ricettive, ristoranti e attività commerciali che si sono sviluppate attorno all’infrastruttura.

Il villaggio e l’area verde adiacente, anche questi costruiti come parte della progettazione originaria, sono aperti al pubblico, offrendo spazi urbani di qualità in un contesto altrimenti dominato dal clima estremo e dallo sviluppo rapido.

Come l’Al Bayt Stadium, anche alcuni degli altri stadi costruiti per Qatar 2022 sono stati concepiti per il loro utilizzo futuro. Ad esempio, alcuni componenti modulari sono stati progettati per essere rimossi e donati ad altre nazioni, in modo da avere un impatto globale e non solo nazionale. Lo Stadium 974, struttura modulare costruita con container marittimi, si proponeva di essere smontato una volta terminato il torneo e trasferito altrove, sebbene al momento quel trasferimento non sia ancora avvenuto.

Un altro dato rilevante è la trasformazione del contesto intorno agli stadi. Non basta realizzare una grande costruzione e all’avanguardia. Bisogna inserirla in un contesto urbano e di trasporto che la renda accessibile, viva, utile.

L’Al Bayt Stadium è collegato tramite nuove arterie viarie, parcheggi generosi, hub per autobus e navette. Nella pianificazione era incluso l’uso di navette via acqua e altri mezzi. Il verde urbano, il parco attorno allo stadio, servizi ricettivi e commerciali arricchiscono la vita quotidiana.

L’uso continuativo degli stadi nel calendario sportivo qatariota mostra che la strategia funziona: le partite del campionato locale, tornei regionali e internazionali, eventi culturali e sociali mantengono vive le infrastrutture. Ad esempio, cinque fra gli otto stadi del mondiale sono regolarmente usati per le partite di campionato o competizioni come la Asian Cup.

Sport e sostenibilità sociale e ambientale: le comunità crescono intorno alle infrastrutture

Guardando al futuro, il Qatar punta a trasformare alcuni stadi in centri multifunzionali. L’Al Bayt Stadium dovrà svilupparsi, infatti, non solo come polo sportivo, ma come attrazione turistica, spazio pubblico per la comunità, fulcro di attività economiche attorno all’ospitalità e al commercio.

Le sfide restano: trovare un equilibrio tra capienza, operatività e costi, mantenere la sostenibilità ambientale in un clima difficile, garantire che i progetti previsti siano realizzati nei tempi previsti, con l’efficacia promessa.

In questo senso, l’Al Bayt Stadium, ben più che una struttura temporanea per un torneo, rappresenta oggi una promessa mantenuta: quella che uno stadio possa essere artefice di un lascito positivo, che trasformi energia umana, investimenti e visione in un retaggio utile.

È il prototipo di ciò che può diventare il mondo degli eventi sportivi, non solo palcoscenico per grandi match, ma infrastruttura integrata, viva, utile, sostenibile e ricca di significato.