Giro del mondo in metro: dalla Penn Station di New York alla futura archeostazione di piazza Venezia a Roma

Le stazioni della metropolitana che cambiano il volto delle città, tra arte contemporanea, scavi archeologici e innovazione infrastrutturale.

La nuova Penn Station, stazione di New York e punto nevralgico del pendolarismo newyorchese, si rimette in moto. Con una decisione, improvvisa ma non inaspettata, il Presidente Donald Trump ha ritirato il progetto di riqualificazione della storica stazione ferroviaria dalla Metropolitan Transportation Authority (MTA) e ne ha trasferito la guida alla compagnia pubblica dei treni Amtrak con il sostegno del Dipartimento dei Trasporti degli Stati Uniti (USDOT).

Il progetto presentato nel 2021, dal valore di 7 miliardi di dollari, non stava procedendo secondo i piani previsti e le condizioni precarie dell’attuale Penn Station erano state oggetto di critiche anche da parte dello stesso Trump.

La svolta, annunciata dal segretario ai Trasporti Sean P. Duffy, porta di fatto due immediati cambiamenti di strategia nel rilanciare questa infrastruttura cruciale per la mobilità della Grande Mela. Da un lato, infatti, il progetto potrà disporre ora di fondi federali e, dall’altro, per la sua realizzazione verrà promosso il modello di partenariato pubblico-privato, sfruttando l’innovazione e i capitali del settore privato per ridurre il rischio finanziario, e il carico fiscale, per i contribuenti.

Il progetto della nuova Penn Station, proposto dal precedente Governatore dello stato di New York, Andrew Cuomo e riformulato dall’attuale Governatrice Kathy Hochul, prevede una nuova struttura a un solo piano di quasi 23.000 metri quadrati che raddoppierà lo spazio per la circolazione dei passeggeri, con 18 nuove scale mobili e 11 nuovi ascensori per i binari, nuovi servizi e negozi, un aumento degli ingressi da 12 a 20 e un nuovo collegamento sotterraneo con la stazione metro 34th Street-Herald Square.

La nuova Penn Station quindi diventerà una stazione colossale e contribuirà a cambiare il flusso dei trasporti così come il volto stesso di Manhattan, alla pari di quanto accaduto con le più grandi stazioni delle metropolitane in giro per il mondo.

Dalla stazione Toledo di Napoli alla Grand Central Terminal di New York: le stazioni simbolo delle grandi città, opere d’arte contemporanea

Una stazione della metropolitana è capace di cambiare il volto di una città, tanto per il suo impatto architettonico quanto per il ruolo che svolge nell’ambito del trasporto pubblico.

Così come la Penn Station di New York, sono numerose le stazioni delle metropolitane che lasciano tuttora il segno non solo nell’immaginario collettivo ma anche nelle abitudini di vita di miliardi di persone.

Se il parametro di selezione è la bellezza allora la Komsomolskaya di Mosca merita sicuramente un posto d’onore. Inaugurata nel 1952, questa stazione metro ha le sembianze di una sala da ballo imperiale; infatti era stata concepita dai suoi progettisti non solo come nodo di trasporto, ma anche come un vero e proprio monumento nazionale. Ancora oggi, con i suoi 100mila passeggeri al giorno, è considerato un punto di riferimento tanto per i viaggiatori quanto per chi voglia ammirarne le bellezze.

Come Mosca, anche la Stazione Toledo di Napoli è considerata un museo sotterraneo. Realizzata dal Gruppo Webuild insieme ad altre sette Stazioni dell’Arte del capoluogo campano, Toledo è a tutti gli effetti un’opera d’arte contemporanea. Progettata dall’architetto spagnolo Oscar Tusquets Blanca, Toledo è decorata con giochi di luce blu che evocano il mare e il cielo e ha vinto numerosi premi internazionali proprio per la sua straordinaria bellezza.

All’arte si ispira anche la linea Tunnelbana, la metropolitana di Stoccolma, famosa perché tutte le sue stazioni sono decorate con opere realizzate da 150 artisti. Ogni fermata rappresenta il capitolo di un grande racconto visivo, costituito da mosaici, murales, sculture, installazioni che trasformano il viaggio in un percorso sensoriale.

Oltre alla bellezza, le grandi stazioni lasciano il segno anche per il loro impatto sulle città e la loro capacità di trasformarsi in hub di trasporto strategici.

La Grand Central Terminal Station di New York è infatti l’anima pulsante di Manhattan. Pur non essendo una stazione esclusiva della metropolitana, è in realtà un crocevia dei trasporti, dai treni agli autobus. Ogni giorno centinaia di migliaia di persone si muovono tra metropolitane e treni lungo i suoi percorsi sotterranei, buttando uno sguardo sul celebre orologio che è il simbolo.

Spostandoci in Asia, la People’s Square di Shanghai esprime al massimo l’impatto di una maxi stazione sulla mobilità cittadina. All’interno di questo hub, dove si incrociano tre linee metropolitane, transitano infatti 700mila passeggeri ogni giorno, un vero e proprio crocevia per quella che attualmente è la rete metropolitana più estesa al mondo.

Piazza Venezia: il più grande scavo archeologico d’Europa per la Linea C della metropolitana di Roma

L’ultima sfida dell’architettura e dell’ingegneria nel mondo del trasporto pubblico è quella in corso a Roma nella centralissima piazza Venezia, un vero e proprio crocevia della Città Eterna dove si affacciano l’Altare della Patria, Palazzo Venezia, via del Corso e via dei Fori Imperiali.

A giugno 2023 qui sono partiti i lavori per la costruzione di quella che sarà la più grande archeo-stazione al mondo, che si svilupperà a 40 metri di profondità dal piano strada, con otto livelli interrati. All’interno della stazione correranno i treni della Linea C, la terza metropolitana romana, in corso di realizzazione da parte del Consorzio Metro C guidato da Webuild e Vianini Lavori. Ad oggi della linea 22 sono le stazioni completate e 19 i chilometri in esercizio.

La costruzione della stazione che nascerà a piazza Venezia prevede l’apertura e la gestione del più grande scavo archeologico d’Europa, un’opera complessa condotta con la partecipazione di squadre di archeologi e il coordinamento della Direzione Operativa Scientifica della Soprintendenza di Roma.

Alla nuova stazione si accederà da tre lati della piazza: dal lato di Palazzo Venezia, da quello dell’Ateneo di Adriano e dal Vittoriano. Nel sottosuolo tutto sarà collegato attraverso un ampio percorso pedonale che permetterà ai viaggiatori di raggiungere direttamente le più importanti attrazioni turistiche dell’area, ammirando allo stesso tempo la bellezza dei reperti scoperti nelle profondità di Roma e riportati al loro antico splendore proprio grazie agli scavi archeologici.