Parafrasando il programma radiofonico ‘Te la do io l’arte’ (Radio1 Rai) verrebbe da dire che oggi l’arte si reinventa con nuove visioni e nuove fruizioni.
Partiamo dalle fruizioni. Un tempo esisteva soltanto il museo tradizionale, dove si ammirano e ci si informa sulle opere esposte. Negli ultimi anni, poi, l’esperienza museale si è profondamente trasformata e oggi sono moltissime le esposizioni diventate luoghi in cui “immergersi” e interagire con le opere stesse, grazie a soluzioni come la realtà virtuale immersiva.
A proposito invece di nuove visioni, è successo che l’inaspettato si è fatto arte, come nel caso dei giganteschi manufatti dell’ingegneria e dell’architettura in mostra su Evolutio – Infrastructure for human development (evolutio.museum), primo museo nativo digitale dedicato alle grandi opere infrastrutturali.
Dal Museo del Futuro allo Smithsonian: le nuove forme di fruizione museale, tra realtà virtuale e aumentata
Il pubblico di oggi, abituato alla velocità delle immagini e all’iperconnessione digitale, preferisce fruizioni sempre più ricche, coinvolgenti e personalizzate anche quando visita i musei.
Così, i percorsi museali contemporanei gli sono andati incontro, passando sempre più spesso per la via della realtà aumentata e della realtà virtuale. La prima permette di creare un’esperienza interattiva in tempo reale, osservare opere, reperti e fossili con livelli informativi multipli, e ricostruzioni 3D. Mentre la realtà virtuale permette, tra le altre cose, tour virtuali di musei fisici e video immersivi. Vediamone qualche esempio.
Nei musei TeamLab Borderless di Tokyo e Shanghai ci sono installazioni digitali che si muovono sulle pareti e che interagiscono con i gesti dei visitatori, in un flusso di immagini e suoni che si rigenera costantemente.
Il Museum of the Future a Dubai permette al visitatore di entrare in scenari futuri che arrivano fino al 2071 dedicati a robotica, intelligenza artificiale, viaggi spaziali, sostenibilità.
Allo Smithsonian Institution di Washington milioni di opere, reperti e fossili sono stati digitalizzati e resi disponibili online, un modo per aprire al mondo collezioni sterminate, superando limiti fisici e geografici.
Le visite virtuali di musei fisici – accessibili direttamente tramite i loro siti web e app dedicate – sono diventate un successo inaspettato. Istituzioni culturali di fama mondiale come I Musei Vaticani, la Galleria degli Uffizi, il Museo Egizio di Torino, il Louvre, il British Museum di Londra hanno digitalizzato molte loro collezioni e, attraverso le proprie piattaforme online, consentono agli utenti di entrare e ammirarle da remoto, con qualsiasi device.
Evolutio: il Museo digitale delle grandi opere infrastrutturali
Opere ciclopiche dell’ingegneria come opere d’arte, tanto da meritare uno spazio museale. Un luogo di scoperta, esperienza, comprensione e ispirazione, accessibile a tutti. È da questa premessa che nasce Evolutio – Infrastructure for human development (evolutio.museum), primo Museo nativo digitale dedicato alle infrastrutture. Il progetto culturale vede coinvolti il curatore Nicolas Ballario, il direttore creativo Bruno Genovesee il technical advisor Guido Guerzoni.
Evolutio nasce da un patrimonio multimediale unico e in parte inedito di circa 1,5 milioni di foto e video in parte digitalizzati, che il Gruppo Webuild ha messo a disposizione del pubblico raccogliendo 120 anni di storia in un racconto che intreccia ingegno, tecnica e cultura.
Il Museo racconta l’evoluzione, l’impatto e il significato delle infrastrutture interpretandole nel contesto socio-economico in cui sono realizzate. Ripercorre le tecniche impiegate nella loro realizzazione e l’incidenza di queste opere sul benessere delle comunità attraverso un linguaggio divulgativo e con finalità educative, storiche e culturali.
Il percorso all’interno di Evolutio è accompagnato anche da cenni sullo spirito del tempo e dei luoghi che sono stati la culla delle opere in esposizione.
Cosa vedere su Evolutio: dalle immagini storiche delle infrastrutture ai filmati d’epoca, video 3D e grafiche interattive
Sono oltre 400 i progetti infrastrutturali realizzati dal Gruppo Webuild e presenti nel Museo digitale, tra cui i giganti d’Africa come la Diga di Kariba in Zimbabwe e la Grand Ethiopian Renaissance Dam, che è il più grande progetto idroelettrico del continente; il salvataggio dei Templi di Abu Simbel in Egitto; l“ottava meraviglia del mondo”, il Canale di Panama; il sistema di mobilità sostenibile con le metropolitane realizzate da Webuild – tra le altre – a Parigi, Copenhagen, Roma, Salonicco, Milano, Ryadh, Doha; i grandi sistemi viari con l’Autostrada del Sole e le linee ferroviarie ad alta velocità; gli iconici ponti che hanno fatto la storia delle infrastrutture; gli edifici civili simbolo di eccellenza ingegneristica e di visione architettonica futuristica.
All’interno di Evolutio si possono ammirare oltre 12mila foto e una vasta selezione di documentari e pellicole d’epoca, provenienti dall’archivio Webuild, che vanta la presenza di esperti di fotografia industriale, tra cui Gugliemo Chiolini, e di famosi registi come Ermanno Olmi.
Inoltre, nel Museo delle infrastrutture è presente un’Area Edutainment con video 3D e grafiche interattive per conoscere, ad esempio, come si costruisce un ponte e il funzionamento delle Tunnel Boring Machine (TBM), le gigantesche talpe meccaniche utilizzate per scavare i tunnel.
Infine, ci sono tre simulatori che permettono di mettersi alla prova entrando in un cantiere virtuale e l’esperienza diventa gioco, scegliendo i macchinari e seguendo le fasi di realizzazione di un’opera complessa, con al centro la sicurezza delle persone.