Cambiamenti climatici: 5 infrastrutture sostenibili che salvano intere città

Dalle dighe di sbarramento ai tunnel sotterranei, un viaggio tra le grandi infrastrutture sostenibili che difendono le città dalle conseguenze del cambiamento climatico, come straripamenti, siccità e inondazioni.

Numerose città nel mondo risultano particolarmente vulnerabili ai cambiamenti climatici e ai fenomeni naturali estremi. Uragani, siccità, straripamenti e inondazioni mettono in serio pericolo intere zone abitate.

In questo contesto, le infrastrutture sostenibili progettate per arginare gli effetti dei disastri naturali sono fondamentali per la salvaguardia delle città e delle vite umane.

1 – Kansas Citys Levees Flood Risk Reduction Project (USA)

Webuild, attraverso la controllata americana Lane, ha dato il via al “Kansas City’s Levees Flood Risk Reduction Project.

Si tratta di un’opera da 258 milioni di dollari, progettata per innalzare di 1,2 metri gli oltre 27 km di argini sul fiume Kansas. L’obiettivo è difendere oltre 27.000 residenti e 2.700 attività commerciali dalle esondazioni.

Il progetto rientra nella strategia globale del Gruppo di interventi infrastrutturali orientati alla resilienza ambientale, in particolare nel ciclo dell’acqua.

Con questo intervento, Webuild conferma la sua leadership mondiale nelle soluzioni per il trattamento e la gestione delle acque, raccontando una mobilità che non riguarda solo trasporti, ma anche il contrasto alle conseguenze del cambiamento climatico.

2 – Tunnel idraulico di Lake Mead (USA)

Webuild ha realizzato il tunnel idraulico di Lake Mead, un’opera sotterranea record di oltre 4 km che raccoglie acqua dolce dal fondo del lago per garantire la fornitura a Las Vegas anche in condizioni di siccità estrema.

Il tunnel, scavato fino a circa 200 metri di profondità sotto la roccia e progettato per affrontare pressioni fino a 15 bar, testimonia la capacità ingegneristica del gruppo. In un territorio dove l’acqua è risorsa vitale, questo progetto rappresenta un passo concreto verso infrastrutture sostenibili e resilienti.

3 – Thames Barrier (Londra, Regno Unito)

L’iconica Thames Barrier, schierata sul Tamigi a est di Londra, protegge oltre 1,4 milioni di persone e centinaia di miliardi di sterline di patrimonio da innalzamenti delle maree e tempeste oceaniche.

Entrata in funzione nel 1982, la barriera del Tamigi combina 10 enormi portoni in acciaio che si sollevano come una muraglia d’acqua in caso di minaccia idrica.

Parte della pianificazione “Thames Estuary 2100 Plan”, il sistema non guarda solo al presente, ma si prepara già agli impatti del cambiamento climatico e all’innalzamento progressivo del livello del mare.

4 – St. Petersburg Flood Protection Barrier System (Russia)

Alle porte di San Pietroburgo si estende la maestosa diga di sbarramento di 25 km. Realizzata per proteggere la città dalle mareggiate del Golfo di Finlandia, è un’arteria che coniuga controllo delle acque e infrastruttura stradale.

La struttura, entrata in piena operatività nel 2011 dopo decenni di lavoro, ha impedito che altre alluvioni si verificassero, salvando vite.

Inserita in un contesto urbano fragile e storicamente soggetto a inondazioni, l’opera rappresenta un esempio reale di infrastruttura sostenibile che guarda anche alla qualità ambientale delle acque del bacino.

5 – The Big U (New York City, USA)

Dopo la devastazione della Hurricane Sandy nel 2012, New York ha lanciato il progetto “The Big U”, un sistema di protezione costiera da 335 milioni di dollari che avvolge Manhattan con una barriera paesaggistica a forma di U.

Questa soluzione punta a combinare difesa dal mare, spazi urbani fruibili e design integrato nel quartiere. Pendenze morbide, arredi urbani e aree ricreative diventano allo stesso tempo muraglia contro le inondazioni.

L’idea è creare non solo infrastrutture sostenibili, ma un nuovo modo di abitare la città, dove protezione e qualità urbana convivono.