La Florida si prepara alla nuova stagione degli uragani per evitare, o quantomeno ridurre al minimo, non solo l’impatto delle violentissime raffiche di vento, ma anche le inondazioni che investono le città, quelle che affacciano sul Golfo del Messico (Golfo d’America) come quelle che si trovano sul versante atlantico dello stato.
Sui tavoli delle amministrazioni comunali, così come del governo della Florida, circolano in questi giorni gli studi firmati da varie università sugli effetti del cambiamento climatico e sulle probabilità che in un futuro non troppo remoto, nell’arco di decenni non di secoli, alcune grandi città come Miami, Jacksonville e Tampa possano finire sott’acqua o essere allagate in modo più o meno permanente.
Una nuova ricerca del Virginia Institute of Marine Science, che segue da anni il fenomeno dell’innalzamento dei mari, riporta sulla mappa della Florida un alert per tre cittadine sul Golfo (Pensacola, St. Petersburg e Fort Myers) considerate tra quelle con il più elevato tasso di aumento del livello del mare, pari a 3,7 millimetri l’anno.
Si tratta di movimenti a prima vista assai risibili, ma che nel lungo periodo possono avere effetti significativi e che per questo necessitano di risposte adeguate, a cominciare dalle infrastrutture.
Lotta agli uragani e all’erosione costiera: amministrazioni pubbliche e aziende private fianco a fianco
Fenomeni come le maree giganti (“king tides”), l’erosione costiera, il cattivo drenaggio, uniti a una serie anomala di uragani in America, hanno portato a identificare il 2024 come uno tra gli anni più tremendi dell’ultimo ventennio, con abitazioni distrutte, raccolti agricoli devastati, aziende compromesse in varie regioni, ed effetti dirompenti sulla Costa atlantica fino alla Carolina del Nord.
Anche per questo la risposta infrastrutturale è determinante per il futuro della Florida e interessa strade, reti idriche ed elettriche, servizi per il trattamento delle acque reflue.
Attualmente le amministrazioni sono impegnate a livello locale nella manutenzione tanto dei sistemi di trattamento delle acque reflue, quanto nella riqualificazione dei sistemi idrici di pompaggio, utilizzati per evitare l’ingresso dell’acqua salata nelle falde potabili, un fenomeno che si verifica proprio in concomitanza con gli eventi atmosferici estremi.
Al tentativo delle amministrazioni pubbliche di cercare soluzioni per proteggere il territorio e le comunità, si aggiunge il contributo delle aziende private. Il Gruppo Webuild è attivo in Florida, e in particolar modo nell’area di Tampa, con la controllata Lane Construction impegnata nella realizzazione di strade, autostrade, ponti e opere di ultima generazione, con focus proprio sulle conseguenze del cambiamento climatico e del riscaldamento globale.
Webuild, numero uno mondiale per il settore delle infrastrutture d’acqua, porta la sua esperienza anche grazie alla controllata Fisia Italimpianti, leader nelle opere dedicate alla dissalazione e depurazione di acque reflue.
Nuove infrastrutture contro il prossimo uragano in Florida
La Florida sta adottando varie strategie per mitigare i rischi delle alluvioni, programmando investimenti per l’ammodernamento o la costruzione di nuovi impianti di gestione idrica, l’implementazione di barriere anti-allagamento, il potenziamento delle infrastrutture di drenaggio, con l’obiettivo di introdurre standard costruttivi che prevedano la realizzazione di infrastrutture più stabili e più alte rispetto al livello del mare.
Ne sanno qualcosa, per esempio, gli abitanti della contea di Fort Myers e di quelle confinanti, che negli ultimi vent’anni sono stati colpiti almeno da due o tre uragani a stagione, con i venti a quasi 300 km/h dell’uragano Charlie nel 2004 e i danni causati dall’uragano Irma nel 2017, quelli dell’uragano Ian nel 2022 e dell’uragano Milton.
Il tentativo di trovare risposte infrastrutturali alla furia dei venti e all’invasione delle acque è comune. I 7.500 abitanti di Long Boat Key, un’isola lunga 16 km tra le contee di Sarasota e Manatee a Sud di Tampa, hanno speso circa 50 milioni di dollari siglando un accordo con la Florida Power & Light (FPL) che ha previsto l’installazione di linee elettriche sotterranee. Le stesse sono state messe a dura prova già lo scorso anno con l’arrivo dell’uragano Helene, e molti nuovi trasformatori sono rimasti allagati.
Sull’isola, il quartiere di St. Armand è finito sott’acqua l’anno scorso per ben tre volte in poco più di tre mesi, colpito dall’uragano Debby, dall’uragano Helene e dall’uragano Milton. La causa dell’allagamento è legata alla capacità di drenaggio sottostimata tanto per le strade, quanto per le abitazioni e i negozi che si trovano sul livello del mare. Anche in questo caso intervenire sulle infrastrutture sarebbe essenziale per proteggere gli abitanti dal rischio di nuove alluvioni catastrofiche.