New York si sveglia sempre un po’ prima degli altri. Nel Bronx, all’incrocio tra la Bruckner Expressway e il Westchester Creek, il rumore dei camion comincia a rimbalzare sulle facciate a mattoni dei palazzi già prima dell’alba. Qui, dove ogni giorno passano decine di migliaia di pendolari diretti verso Manhattan, il Queens o la Westchester County, la città non è solo un’icona, ma un organismo vivo, affamato di infrastrutture che funzionano.
Per questo, il completamento dell’Unionport Bridge rappresenta un passaggio strategico per la mobilità di New York, un tassello necessario in una metropoli che continua a crescere, cambiare, muoversi.
Il nuovo ponte – realizzato da Lane, la controllata statunitense del Gruppo Webuild – è un basculante di ultima generazione lungo uno dei colli di bottiglia più complessi dei percorsi stradali del Bronx. Un’opera che sostituisce il vecchio ponte degli anni ’50 e si presenta con due campate indipendenti, ciascuna dotata di tre corsie.
Si crea, così, una spina dorsale che collega la Cross Bronx Expressway, la Bruckner Expressway e la Hutchinson River Parkway, tre delle arterie più trafficate dell’intera East Coast.
Unionport Bridge: un ponte che racconta The Bronx
Chi conosce questa parte di New York sa quanto l’Unionport Bridge sia più di un semplice attraversamento. A poca distanza dall’opera si estendono Castle Hill, Parkchester, Unionport e Throgs Neck: quartieri del Bronx popolari, densi di storia, incrocio di comunità diverse e di economie minute che vivono di mobilità quotidiana.
Per i residenti, il ponte è da sempre un passaggio obbligato: studenti diretti nelle charter school, lavoratori dell’aeroporto di LaGuardia, autisti di autobus della MTA, proprietari di piccole attività che raggiungono ogni giorno i mercati locali.
Negli anni, però, il vecchio ponte aveva iniziato a mostrare la sua fragilità. Aperture lente, manutenzioni complesse, continui imbottigliamenti del traffico. Le code potevano estendersi per chilometri, mentre il Westchester Creek continuava a essere un corridoio di transito navale per decine di imbarcazioni commerciali.
Il nuovo ponte affronta una sfida che nessuna città conosce meglio di New York: garantire la coesistenza, sempre complessa, tra traffico stradale e traffico marittimo. Per questo, Lane e Webuild hanno installato sistemi meccanici ed elettrici avanzati, capaci di sollevare rapidamente la campata per consentire la navigazione, senza interrompere la mobilità urbana più del necessario.
Un cantiere che non poteva bloccare il traffico marittimo e stradale
A New York fermare la viabilità non è un’opzione. Per questo la costruzione è stata realizzata per fasi, mantenendo attivi sia il traffico veicolare sia il traffico marittimo, nel rispetto degli obiettivi del NYC Department of Transportation. Deviazioni temporanee, sollevamenti controllati, montaggi notturni per non compromettere i flussi della giornata sono state prassi per la vita del cantiere.
In questo senso, Lane, insieme al partner Schiavone Construction Co. LLC, ora SPC Construction Co. LLC, ha guidato una delle operazioni logistiche più delicate degli ultimi anni nel Bronx, coordinando cantieri terrestri e marittimi, gru posizionate su chiatte e una rotazione di tecnici specializzati in meccanica, strutture e sicurezza.
Il risultato è una struttura progettata per durare almeno 75 anni, dotata di pista ciclabile e passerella pedonale protetta, in linea con il programma Vision Zero con cui New York punta a ridurre drasticamente gli incidenti stradali. Illuminazione e segnaletica potenziate completano un’infrastruttura che guarda al futuro e a una mobilità più sostenibile.
Sostenibilità ambientale e rigenerazione urbana: la città che cambia, un’infrastruttura alla volta
Raccontare l’Unionport Bridge significa raccontare New York per quello che è: una metropoli che si reinventa costantemente attraverso le sue infrastrutture.
Dal nuovo terminal del LaGuardia Airport ai lavori della Gateway Tunnel tra New York e New Jersey, dal restyling dei viadotti della BQE fino ai piani di resilienza costiera nel Queens e a Manhattan, la città vive una stagione di trasformazione che rimette al centro il tema delle grandi opere.
In questo grande piano il Bronx, spesso percepito come periferia, sta diventando uno dei laboratori più interessanti. Negli ultimi anni il quartiere ha assistito all’apertura di nuovi parchi lungo l’Hutchinson River, investimenti in trasporti pubblici e un numero crescente di cantieri privati.
In questo scenario, l’Unionport Bridge è un’infrastruttura di connessione, ma anche un simbolo di rigenerazione urbana.
Un tassello nella rete globale dei ponti Webuild
Per Webuild, il completamento dell’Unionport Bridge conferma la leadership del Gruppo nel settore dei ponti complessi: oltre 1.000 km realizzati nel mondo e un’eredità di infrastrutture iconiche come il Long Beach International Gateway Bridge in California, il Secondo Ponte sul Bosforo a Istanbul e il viadotto skytrain della Sydney Metro Northwest in Australia.
L’opera newyorkese rafforza inoltre il ruolo di Lane negli Stati Uniti, un mercato strategico in cui il Gruppo continua a crescere grazie alla capacità di operare in contesti urbani complessi.