Phoenix senz’acqua e l’America si scopre fragile

La carenza idrica nella città dell’Arizona riapre il dibattito sugli investimenti necessari per le infrastrutture americane

Ogni goccia d’acqua conta. Il messaggio arrivato da Phoenix, in Arizona, suona come un campanello d’allarme per tutti gli Stati Uniti, richiamando l’attenzione di cittadini, imprese, agenzie pubbliche a non disperdere le risorse idriche. Nella quinta città della nazione, per numero di residenti fissi, e una delle aree metropolitane a più rapida crescita di popolazione, la costruzione di nuove case è ora soggetta a restrizioni per ordine dell’amministrazione statale. La governatrice dell’Arizona, Katie Hobbs, ha annunciato che lo stop alla costruzione di nuove case, e i progetti nell’area ne prevedono decine di migliaia, punta a proteggere le riserve di acque sotterranee.

«Per generazioni, l’acqua sotterranea ha sostenuto le comunità dell’Arizona. In tempi di scarsità, l’acqua sotterranea è l’unica risorsa idrica disponibile, quindi dobbiamo gestirla con saggezza», ha detto Hobbs. A guidare la decisione dello Stato è una proiezione dell’Arizona Department of Water Resources, secondo cui nei prossimi 100 anni la domanda nell’area metropolitana di Phoenix non sarebbe stata soddisfatta senza ulteriori azioni.

Siccità in Arizona: un fiume per otto Stati

L’Arizona è uno dei tre Stati, con California e Nevada, ad aver appena raggiunto un accordo per ridurre milioni di litri di consumo di acqua dal fiume Colorado entro il 2026. La quantità d’acqua oggetto dell’accordo è equivalente a sei milioni di piscine olimpiche. Oltre 40 milioni di persone in sette Stati (Colorado, New Mexico, Utah, Wyoming, Arizona, Nevada, California) dipendono dal fiume per i flussi d’acqua potabile e per la generazione di energia. I lunghi periodi di siccità hanno abbassato i livelli d’acqua oltre i limiti di rischio, tanto che più volte è entrata in funzione la Intake 3, nota come “terza cannuccia”, costruita da Webuild insieme alla controllata americana Lane Construction a Lake Mead, il bacino creato dalla diga di Hoover.

I livelli del fiume e del lago si sono ridotti progressivamente a causa dei cambiamenti climatici e dell’aumento della domanda da parte di città e agricoltori. L’Intake 3, entrata in servizio sette anni fa, è una delle più rilevanti opere d’ingegneria mai costruite per la gestione dell’acqua negli Stati Uniti. Si tratta di un tunnel idraulico realizzato al centro lago, concepito per dissetare Las Vegas e le aree limitrofe. Quando il livello scende oltre un limite prefissato, la cannuccia pompa acqua dal sottosuolo e riporta entro livelli accettabili il corso del fiume Colorado, che da solo fornisce parte dell’acqua potabile a circa il 10% della popolazione nazionale.

Anche in virtù degli effetti positivi a valle dell’Intake di Lake Mead e di altre soluzioni per la gestione delle acque, Hobbs ha invitato i propri concittadini a usare meglio questa risorsa preziosa. «Se non facciamo qualcosa, nei prossimi 100 anni potremmo affrontare una carenza del 4% nelle riserve di acque sotterranee. Dobbiamo colmare questo divario e trovare soluzioni per il nostro utilizzo dell’acqua, gestire saggiamente le nostre falde acquifere e aumentare il nostro utilizzo di fonti rinnovabili» ha aggiunto.

Razionare l’acqua, proteggere il futuro

In base a una legge statale del 1980 volta a proteggere le falde acquifere dello stato, Phoenix, Tucson e altre città dell’Arizona hanno restrizioni sulla quantità di acque sotterranee che possono pompare. Ma nelle zone rurali ci sono poche limitazioni e talvolta anche meno controlli. Il rapporto del Dipartimento delle risorse idriche dell’Arizona e la conseguente decisione statale è suonata come una sveglia, sia per chi è chiamato a controllare, sia per chi ne ha fatto finora un uso fuori dalle regole. Si tratta di un’area che, attorno a Phoenix, ha visto una lottizzazione sfrenata nel deserto con oltre 5 milioni di persone, diventando un punto caldo di sviluppo per i nuovi residenti e le imprese high-tech.

L’allarme sull’uso sostenibile dell’acqua era stato lanciato nei mesi scorsi anche dal governo centrale che, all’interno del piano infrastrutturale ha stanziato anche 50 miliardi per gli interventi idrici. Gli Stati Uniti, secondo l’American Society of Civil Engineering (ASCE), dispongono di una rete di distribuzione idrica lunga 2,2 milioni di miglia (3,5 milioni di km), capace di trasportare ogni giorno milioni di tonnellate di acqua. Il sistema, per quanto capillare, è vecchio e pieno di falle.

La stessa Asce sostiene che in America, dove si consumano 150 miliardi di litri d’acqua al giorno per sostenere l’uso di case, uffici e fabbriche, si verifica un guasto alla rete idrica ogni due minuti, colpevole di una perdita giornaliera pari a 6 miliardi di galloni (22 miliardi di litri), l’equivalente di 9mila piscine. Nel solo 2020, l’opera di manutenzione ha portato alla sostituzione di 12mila miglia (19mila km) di tubature destinate al trasporto dell’acqua potabile. Due terzi dell’acqua potabile negli Stati Uniti proviene da acque superficiali come fiumi, laghi, bacini idrici e oceani, mentre un terzo viene da falde acquifere.

Il ruolo di Webuild nella gestione idrica degli Usa

Dopo la terza cannuccia a Lake Mead, Webuild e Lane hanno intensificato l’attività nel Paese realizzando importanti infrastrutture per il miglioramento della gestione idrica e la diffusione di acqua pulita, a partire dalla capitale. Come altre città americane, spesso costruite secondo uno stesso modello, Washington D.C. ha risentito di un sistema fognario datato e a rischio di intasamento a seguito delle frequenti piogge che, unendosi alle acque non trattate, hanno determinato un mix tossico per la capitale. Nell’ambito del Clean Rivers Project, Webuild ha costruito un avveniristico tunnel idraulico sotto il fiume Anacostia, affluente del Potomac, che in quel tratto permette di convogliare in maniera separata le acque reflue da quelle piovane, disinquinando la città.

Così, le realizzazioni e i lavori in corso di Webuild e Lane toccano i vari angoli del Paese, dal Dugway Storage Tunnel in Ohio per ridurre gli scarichi di liquami nell’ambiente e lo stoccaggio di acque trattate, al Kuwahee Water Treatment Plant per regolare i flussi delle fognature sanitarie nel fiume Tennessee, allo Ship Canal Water Quality Project per gestire le acque reflue e piovane di Seattle, al Three Rivers Protection & Overflow Reduction Tunnel per risanare i fiumi e la città di Fort Wayne nell’Indiana, fino al West Side CSO Tunnel Project per migliorare l’acqua utilizzata dalla popolazione di Portland in Oregon.