Dalle infrastrutture di legno ai dissalatori: com’è nata la rete idrica USA

Dai primi condotti in legno del XIX secolo, ai grandi impianti di desalinizzazione delle città americane: la storia della rete idrica negli Stati Uniti è un racconto di ingegno, adattamento e sfide che continuano ancora oggi, tra cambiamento climatico, scarsità d'acqua e infrastrutture invecchiate.

È possibile che l’acqua, un tempo, scorresse in tubature di legno?

Alla fine del Settecento, a Philadelphia, l’acqua si raccoglieva ancora dai pozzi e si trasportava a mano. Ma un incendio devastante nel 1790 spinse la città a dotarsi di un sistema moderno e organizzato per la distribuzione idrica. Fu l’inizio di un percorso che avrebbe segnato la nascita delle infrastrutture idriche americane.

Una storia sorprendente, che mostra quanto l’ingegno e l’urgenza abbiano guidato le prime reti idrauliche urbane. E che oggi, davanti a nuove sfide ambientali e strutturali, torna d’attualità nei grandi progetti di rinnovamento e per la lotta alla crisi idrica, come quelli promossi da gruppi internazionali tra cui Webuild.

La prima rete idrica: le “condotte naturali” che durarono oltre un secolo

I primi acquedotti cittadini erano fatti di legno: tubi ricavati scavando tronchi di pino giallo che venivano uniti e sepolti nel sottosuolo per portare l’acqua alle pompe pubbliche.

Questo sistema rudimentale ma sorprendentemente efficace fu adottato ufficialmente nel 1801 e rimase in funzione per oltre cinquant’anni. Le tubature in legno non solo rispondevano a una necessità urgente, ma rappresentavano anche un ingegnoso compromesso tra disponibilità dei materiali e innovazione tecnica dell’epoca.

A conferma della loro longevità, nel 2017, durante alcuni lavori in centro a Philadelphia, gli operai hanno ritrovato tubazioni di legno ancora intatte, risalenti a più di 200 anni prima. Un ritrovamento straordinario, che racconta quanto quella prima idea di rete idrica fosse solida e incredibilmente attuale.

Il modello funzionò così bene che fu adottato anche da altre città americane, con materiali via via più resistenti: prima il ferro, poi l’acciaio e infine materiali compositi.

Tuttavia, gran parte delle reti idriche costruite nel Novecento sono ancora oggi in uso. E qui si apre un nuovo capitolo.

Le sfide di oggi: perdite, crisi idrica e tecnologia per nuovi impanti di desalinizzazione

Negli Stati Uniti si perdono ogni anno oltre 2 trilioni di litri d’acqua a causa di perdite e rotture nella rete, spesso vecchia di oltre un secolo. Il cambiamento climatico, con siccità prolungate e piogge intense, aggrava ulteriormente la situazione.

Per questo diversi stati, tra cui il Texas, hanno avviato importanti piani di ammodernamento: nuovi impianti, tecnologie per la gestione efficiente e investimenti nella desalinizzazione sono oggi al centro delle strategie per garantire una rete idrica più resiliente.

Webuild Multimedia Library

Tra le realtà impegnate in questa trasformazione c’è anche Webuild, gruppo attivo a livello globale nel settore infrastrutturale, che sta contribuendo allo sviluppo di progetti come il Lake Mead Intake Hydraulic Tunnel a Las Vegas, per la gestione sostenibile delle risorse idriche.

Da Philadelphia al futuro, verso la sostenibilità ambientale

La storia dell’acqua negli Stati Uniti comincia con una scelta semplice ma visionaria: quella di scavare un albero per farci passare l’acqua. Oggi, la sfida è trasformare quella stessa visione in tecnologia, efficienza e sostenibilità ambientale.

Perché l’acqua non è solo una risorsa: è anche memoria, infrastruttura, e futuro.