Mobilità sostenibile: quando le metropolitane promuovono la rigenerazione urbana

Da Londra al Grand Paris Express, dalle fermate della metro di New York alla Linea M4 della metropolitana di Milano, le grandi metropoli cambiano pelle grazie alla mobilità sostenibile.

Le metropolitane contemporanee non sono soltanto reti di trasporto pubblico, ma strumenti di rigenerazione urbana che ricuciono quartieri, accelerano l’apertura di nuovi spazi pubblici, attivano economie di prossimità.

Da Londra a New York, da Sydney a Singapore, ogni nuova stazione della metropolitana è un “seme urbano”, perché attorno ad essa fioriscono piazze, negozi, servizi, abitazioni. A Londra, ad esempio, le linee metropolitane sono da sempre una macchina di trasformazione cittadina.

L’estensione della Jubilee Line negli anni Duemila ha fatto nascere un nuovo skyline a Canary Wharf e ha ridato vita a rive dimenticate del Tamigi, da Southwark a North Greenwich. Con l’Elizabeth Line il copione si è ripetuto: a Tottenham Court Road il cantiere della stazione ha innescato il ripensamento dell’intero asse Oxford Street-Charing Cross Road con marciapiedi ampliati, nuove ciclovie e la riapertura di decine di vetrine.

A Farringdon (oggi uno degli snodi meglio connessi d’Europa) l’arrivo della linea metropolitana ha accelerato la riqualificazione urbana degli storici mercati di Smithfield, con uffici creativi e ristorazione di qualità. A Woolwich, nuova fermata sulla riva Sud del Tamigi, gli ex-magazzini militari del Royal Arsenal si sono trasformati in residenze, piazze e un polo commerciale di quartiere che prima non esisteva.

In sostanza, mentre sottoterra si viaggia, in superficie si abita meglio.

New York: la metropolitana come antidoto alla “vetrina vuota”

Anche a New York City la metropolitana è da sempre uno dei grandi acceleratori dell’inarrestabile rinnovamento cittadino.

Sull’Upper East Side, l’apertura della Second Avenue Subway ha fatto qualcosa che per anni sembrava impossibile: riaccendere interi tratti di Second Avenue segnati dalla crisi del commercio di prossimità. Le nuove stazioni della metropolitana hanno accresciuto i flussi pedonali, portando alla riapertura di molti locali, e alla nascita di servizi di quartiere e ristoranti. Le facciate di molti edifici sono state rifatte e le strade riorganizzate con attraversamenti più sicuri.

Anche a Hudson Yards, l’estensione della linea metropolitana 7 ha dato respiro a uno dei più grandi progetti di rigenerazione urbana degli Stati Uniti: parchi in quota, gallerie commerciali, uffici e residenze che senza una stazione della metropolitana a pochi passi non sarebbero sostenibili.

Tutto questo non stupisce, perché a New York ogni ingresso della Subway è un acceleratore di investimenti e sviluppo urbano: il treno porta persone, le persone riportano vita urbana.

Da Sydney a Singapore: nuove stazioni della metropolitana, nuove centralità

Storicamente Sydney Metro, l’azienda che promuove lo sviluppo della rete metropolitana della città australiana, è uno degli attori principali della riqualificazione urbana.

Ad esempio, la Metro City & Southwest ha cucito tra loro quartieri separati da distanze percepite come enormi. Attorno a molte stazioni dei mezzi di trasporto (da Rouse Hill a Norwest, fino al nuovo capolinea a Crows Nest), i municipi hanno varato piani di rigenerazione urbanistica mirati, con piazze pedonali, retail di vicinato, percorsi ciclopedonali, scuole e servizi che hanno spostato il baricentro della vita quotidiana vicino ai binari.

A Barangaroo, la ritrovata accessibilità ha trasformato un’area portuale in una passeggiata affacciata sulla baia, con uffici, ristorazione e spazi pubblici disegnati attorno agli arrivi della metro e dei traghetti. La metropolitana non è quindi soltanto un collegamento, ma la griglia su cui si appoggia la città che cresce.

È quanto accaduto a Singapore, dove il concetto di città dei 15 minuti, poi sposato da molte grandi metropoli globali, è stato costruito proprio intorno al percorso delle metropolitane. Nella città stato, infatti, ogni nuova linea deve creare un Transit-Oriented Development, ovvero uno sviluppo urbano basato su quartieri compatti e densi di servizi, dove casa, lavoro e spesa siano raggiungibili a pochi minuti a piedi.

In questo senso, l’espansione della Downtown Line ha ridato vitalità a nodi come Bugis e Rochor, con spazi pubblici ombreggiati, centri commerciali di quartiere, mercati coperti e un fitto tessuto di piccole attività.

In generale, in tutta la città, le fermate della metro sono inglobate in hub che mescolano biblioteche, palestre, cliniche, scuole e servizi di ogni genere, dimostrando che la “città dei 15 minuti” può esistere solo se pianificata attorno alla mobilità sostenibile sotterranea.

Metropolitana a Parigi: il Grand Paris e la rigenerazione urbana policentrica

Nell’area della Grande Parigi, i cantieri del Grand Paris Express hanno anticipato gli effetti che avrà la nuova rete metropolitana una volta terminata. I comuni coinvolti nella più grande opera di mobilità sostenibile degli ultimi anni stanno infatti riprogettando quartieri interi attorno alle future stazioni.

– A Saint-Denis Pleyel stanno nascendo parchi lineari e nuovi mix funzionali in aree ex-industriali.
– A Villejuif i fronti stradali vengono rifatti con marciapiedi larghi e alberature.
– A Champigny la nuova accessibilità ha spinto interventi residenziali e servizi di prossimità.

Prima ancora dell’entrata in esercizio della nuova metropolitana a Parigi, la città si organizza come un arcipelago di centralità collegate: meno pendolarismo a lunga distanza, più prossimità. È questo il senso del progetto sul quale è al lavoro anche il Gruppo Webuild, impegnato nella costruzione di alcune linee metropolitane che compongono la rete di 200 chilometri, destinata a collegare i centri urbani più importanti dell’Île-de-France.

I progetti Webuild: dove l’ingegneria guida l’urbanistica con la mobilità sostenibile

Il Grand Paris Express non è l’unico progetto del Gruppo Webuild in cui i temi della rigenerazione urbanistica e del trasporto sostenibile sono così centrali. Dalla Linea M4 della metropolitana di Milano alla Linea C di Roma, dalle Stazioni dell’Arte di Napoli alla metro circolare Cityringen di Copenhagen, il Gruppo ha costruito (e costruisce tuttora) linee metropolitane che hanno un impatto profondo sulle città, dando un contributo fondamentale alla riqualificazione urbana.

Infatti, la Linea M4 di Milano collega l’aeroporto di Linate al centro storico in pochi minuti, una connessione strategica che ha modificato profondamente il volto del capoluogo lombardo.

Dalla fermata della metro di San Babila a Tricolore, fino alle zone più periferiche, i cantieri sono stati occasione per ridisegnare pavimentazioni, illuminazione e attraversamenti. In zona Forlanini la nuova accessibilità ha favorito aperture di attività di quartiere e il recupero di aree sottoutilizzate, mentre la linea M4 si comporta come una dorsale che sposta flussi verso i servizi di trasporto pubblico e rende “vicine” porzioni di città fino a ieri periferiche.

Sulla bellezza e sull’arte si concentrano invece i lavori delle metropolitane di Napoli e Roma.

Oltre all’incredibile valore infrastrutturale dei progetti, opere come le Stazioni dell’Arte di Napoli hanno dato un contributo fondamentale alla rinascita del capoluogo campano, trasformando i percorsi quotidiani in esperienze culturali.

Stesso discorso vale per i lavori in corso sulla Linea C della metropolitana di Roma. Dalla Stazione di San Giovanni, passando per Porta Metronia e Colosseo/Fori Imperiali (di prossima apertura), arrivando alla futura stazione di Piazza Venezia, la costruzione della metropolitana ha riportato alla luce un passato sepolto duemila anni fa, regalando alla Città Eterna musei, spazi espositivi, percorsi culturali inediti ed eccezionali. La metropolitana si è così trasformata in un’occasione per migliorare quartieri storici e connessioni con le periferie.

Accessibilità, spazi pubblici, bellezza, nuova economia urbana: reinventarsi sottoterra significa costruire infrastrutture dei trasporti che non rubano suolo, ma restituiscono città più vicine, più vivibili, più giuste.