Arte sotterranea, tra stazioni della metropolitana e siti archeologici

Stazioni della metropolitana trasformate in musei, mezzi di trasporto pubblico che affiancano resti archeologici, tunnel divenuti la casa di installazioni artistiche: scopri la nuova vita di grandi infrastrutture come la stazione Toledo di Napoli.

C’è un luogo dove il cemento si colora, le gallerie sotterranee si trasformano in percorsi espositivi e le stazioni della metropolitana si trasformano in musei accessibili a tutti.

È il mondo delle infrastrutture che diventano bellezza. Un fenomeno globale, in cui l’arte si fa spazio nelle viscere delle città, trasformando luoghi di passaggio in ambienti di contemplazione.

Non si tratta di un’utopia, ma di una realtà sempre più diffusa nelle grandi città. Dalle linee metro di Napoli ai tunnel riqualificati di New York e Londra, passando per Salonicco, Helsinki e Amsterdam, e naturalmente Roma, l’arte penetra negli spazi tecnici e li rilegge. Il viaggio diventa esperienza estetica. Il sottosuolo si fa spazio culturale.

Stazione Toledo di Napoli: le stazioni della metropolitana come gallerie d’arte

In Italia, una delle esperienze più emblematiche di questa trasformazione si trova a Napoli, dove le “Stazioni dell’Arte” sono ormai un simbolo cittadino. Lungo le Linee 1 e 6 della metropolitana, il viaggio si trasforma in un percorso museale sotterraneo.

Il progetto, sostenuto dal Comune di Napoli con il contributo di Webuild, che ha costruito molte delle stazioni interessate, ha coinvolto decine di artisti e architetti di fama internazionale.

Tra tutte spicca la stazione Toledo, progettata dall’architetto Oscar Tusquets Blanca: una discesa nelle profondità marine raccontata con mosaici, giochi di luce e installazioni che trasformano l’ambiente della stazione in uno spazio quasi onirico. Qui l’arte di Robert Wilson, William Kentridge e Achille Cevoli accompagna il viaggiatore, rendendo ogni discesa verso i binari un’esperienza estetica.

Non è un caso se la stazione metro di Toledo è stata più volte definita la “stazione della metropolitana più bella del mondo”. Ma il viaggio artistico continua anche nelle stazioni Università, Materdei, Municipio e più recentemente San Pasquale (sulla Linea 6), che insieme danno vita a un circuito museale sotterraneo che offre ai cittadini un patrimonio accessibile gratuitamente.

Salonicco e Roma: siti archeologici integrati nell’infrastruttura

Anche Salonicco, in Grecia, racconta una storia dove infrastruttura e patrimonio si incontrano.

Inaugurata nel novembre 2024, la nuova linea metropolitana driverless trasporta fino a 18.000 passeggeri all’ora per senso di marcia. Ma la sua unicità sta altrove: durante gli scavi archeologici, è emersa un’intera città antica, con resti romani e bizantini.

Anche in questo caso la scelta progettuale è stata coraggiosa, ovvero integrare il patrimonio archeologico nella rete metropolitana. Così, chi viaggia sui treni della nuova metropolitana di Salonicco può camminare accanto a un’antica strada romana.

Si tratta dello stesso metodo adottato per le stazioni della linea C della metropolitana di Roma, realizzate dal Consorzio Metro C guidato da Webuild e Vianini Lavori. Tanto le stazioni già aperte come San Giovanni, quanto quelle di prossima apertura (Porta Metronia e Colosseo/Fori Imperiali), sono progettate e realizzate per consegnare a viaggiatori e visitatori resti archeologici incredibili che risalgono all’Impero romano.

 

Questi reperti si trovano all’interno di percorsi espositivi integrati nelle stazioni, veri e propri spazi museali consegnati alla città e ai milioni di persone che la visitano e che utilizzano i suoi mezzi pubblici.

 

Tunnel e gallerie dismesse: la rinascita infrastrutturale attraverso l’arte

Oltre alle stazioni in esercizio, vecchi tunnel ferroviari e gallerie abbandonate rinascono come spazi creativi.

A New York, la Delancey Underground, una vecchia stazione della metropolitana, è stata trasformata nel primo parco sotterraneo di Manhattan che ospita numerose installazioni artistiche. La Lowline (questo il nome del parco) è stata allestita all’interno del vecchio Williamsburg Bridge Trolley Terminal, nei pressi di Delancey Street, una delle vie più note del Lower East Side.

La sua costruzione è iniziata nel 2019 e terminata nel 2020 e il suo nome è stato scelto per creare un collegamento con la High Line, la vecchia linea sopraelevata del West Side trasformata in un incredibile parco cittadino e divenuta una delle attrazioni principali della Grande Mela.

A Londra, un’esperienza del genere è stata vissuta con gli “Old Vic Tunnels”, uno spazio sotterraneo alle spalle della Waterloo Station che dal 2009 al 2013 è stato dedicato esclusivamente a mostre e performance artistiche. Il parco ha ospitato numerosi eventi, tra cui la prima britannica del documentario dedicato all’artista Banksy “Exit through the gift shop” e nel 2012 l’ultima raccolta fondi per l’allora Presidente americano Bill Clinton organizzata dalla Reuben Foundation.

Nel 2014 gli spazi degli “Old Vic Tunnel” sono stati acquistati dal noto marchio Vans che li ha trasformati in uno “skate park” chiamato “House of Vans”.

Le metropolitane-museo del Nord Europa

Anche nei paesi del Nord Europa le linee della metropolitana sono divenute occasione per dare spazio e voce all’arte.

A Helsinki, in Finlandia, la stazione centrale è stata progettata e costruita ispirandosi all’Art Nouveau, mentre la stazione di Kamppi ospita quella che viene chiamata la Cappella del Silenzio, un edificio firmato dallo studio finlandese K2S Architects pensato come un luogo dove poter meditare e ritrovare sé stessi proprio all’interno di uno degli spazi urbani più frenetici della città.

 Ad Amsterdam, la nuova Noord-Zuidlijn è un museo diffuso: oltre 80 opere permanenti accompagnano il tragitto quotidiano tra atrii, banchine e corridoi. Anche qui, l’arte non è decorazione, ma progetto. Ogni viaggiatore è anche spettatore.

In tutti questi casi il binomio tra progetti infrastrutturali e arte non è più una casualità dettata dalle caratteristiche dei luoghi dove sorgono le nuove opere. Si tratta, invece, di un nuovo linguaggio urbano, che restituisce alla collettività spazi tecnici trasformandoli in luoghi di socialità e cultura.

Il sottosuolo non è più solo dominio di ingegneri e tecnici. È palcoscenico creativo, luogo di passaggio che diventa luogo di sosta, di riflessione, di bellezza. Un invito a pensare l’ingegneria non solo come funzione, ma come forma. Non solo come tecnica, ma come parte dell’identità di una città.