Strade, ponti, ferrovie. Infrastrutture strategiche che mettono in movimento milioni di persone. Infrastrutture che hanno cambiato la storia di Paesi come l’Italia, dove l’immagine delle prime automobili che viaggiano sull’Autostrada del Sole è ormai impressa nell’immaginario collettivo.
È l’estate del ’65, meno di un anno dall’inaugurazione – 4 ottobre 1964 – dell’Autostrada del Sole (A1), simbolo del “miracolo economico” italiano. La sua costruzione, avviata nel 1956, ha unito il nord e il sud del Paese, riducendo tempi e distanze e favorendo scambi commerciali, turismo, mobilità sociale.
Lunga 760 chilometri, realizzata in otto anni, questa infrastruttura di trasporto rappresenta la prima vera spina dorsale dell’Italia moderna, in grado di sostenere la motorizzazione di massa e di proiettare il Paese in una dimensione europea.
L’opera è il risultato di un enorme sforzo collettivo, con migliaia di operai impegnati in condizioni spesso difficili, e con il contributo di grandi ingegneri e imprese di costruzione, tra cui alcune aziende storiche poi confluite nel Gruppo Webuild.
Oggi, dopo più di sessant’anni, la rete autostradale italiana supera i 7.000 chilometri e rappresenta un’infrastruttura strategica per le esigenze di trasporto del Paese. All’interno di questa rete l’A1 rimane un’arteria vitale, una di quelle grandi opere che negli ultimi cento anni hanno contribuito allo sviluppo e al progresso italiani.
Alta velocità ferroviaria: l’Italia si accorcia
Se l’Autostrada del Sole (A1) ha rappresentato l’ingresso nell’era del motore, l’alta velocità ferroviaria è stata la risposta del XXI secolo alla domanda di connessioni rapide e sostenibili.
Completata nel 1992, la prima linea a essere inaugurata fu la Direttissima Roma – Firenze, lunga 254 km. Poi, negli anni Duemila sono arrivate le grandi dorsali della rete ad alta velocità: la Roma – Napoli (2005); la Torino – Milano (2009); e soprattutto la Milano – Bologna – Firenze con il completamento del corridoio fino a Salerno nel 2009.
La Firenze – Bologna, lunga 79 km di cui oltre 70 in galleria, è considerata un capolavoro di ingegneria: i treni ad alta velocità attraversano l’Appennino grazie a un’opera di scavo titanica che ha abbreviato i tempi di percorrenza tra le due città a soli 35 minuti.
Ai progetti di molte linee ferroviarie ha preso parte il Gruppo Webuild, impegnato oggi nell’ampliamento dell’alta velocità ferroviaria in Italia, in molte regioni.
Tra le direttrici più importanti oggi in costruzione ci sono quella che attraverserà la Galleria di Base del Brennero per collegare la città italiana di Fortezza con l’austriaca Innsbruck. A questa si aggiungono le linee ferroviarie veloci Verona – Padova, Salerno – Reggio Calabria e Napoli -Bari. Mentre in Sicilia è in corso di realizzazione l’alta capacità ferroviaria Palermo – Messina – Catania, che per la prima volta porterà il doppio binario nell’Isola.
Non stupisce, allora, che i treni ad alta velocità siano diventati un’abitudine per milioni di italiani: secondo i dati Trenitalia (la principale società italiana per la gestione del trasporto ferroviario passeggeri), ogni anno oltre 80 milioni di persone viaggiano con l’alta velocità ferroviaria.
L’impatto delle linee veloci non è quindi soltanto sulla mobilità (il sistema ha ridotto drasticamente l’uso dell’aereo per le rotte interne), ma anche sulla geografia sociale, permettendo di vivere e lavorare in città differenti, senza rinunciare al tempo libero.
Le nuove metropolitane, dalla metropolitana di Milano alla metropolitana di Napoli
Strade, ferrovie, ma anche metropolitane. Il progresso di un paese si misura fuori e dentro le città, negli interscambi regionali così come nei crocevia cittadini dove inquinamento e traffico rischiano di incidere sulla qualità della vita delle persone. Le metropolitane di Milano, Roma e Napoli hanno rappresentato, ciascuna a modo suo, un passo verso una mobilità più moderna ed efficiente.
A Milano, la “linea blu” M4, inaugurata nel 2022 e completata nel 2024 con il collegamento diretto all’aeroporto cittadino di Linate, è uno dei grandi progetti per le linee di trasporto pubblico realizzati da Webuild.
Lunga 15 chilometri, con 21 stazioni sotterranee, la metropolitana di Milano M4 collega la città da est a ovest in meno di 30 minuti, rivoluzionando gli spostamenti quotidiani. È stata progettata con tecnologie all’avanguardia e con un’attenzione particolare alla sostenibilità: i cantieri, gestiti in pieno centro cittadino, hanno dovuto dialogare con la vita urbana senza comprometterla.
Per quanto riguarda la metropolitana di Roma, è in corso il prolungamento della linea C. La tratta già operativa collega quartieri periferici al centro storico attraversando aree ad altissima densità archeologica: una sfida unica al mondo, che ha visto Webuild impegnata nella realizzazione delle gallerie e delle stazioni più complesse.
Allo stesso modo la metropolitana di Napoli (Linea 1 e Linea 6), dove ci sono le cosiddette “Stazioni dell’Arte”, ha trasformato il concetto di metropolitana e i servizi di trasporto in un’esperienza culturale.
Le metropolitane italiane oggi trasportano ogni giorno milioni di passeggeri: solo Milano supera il milione di viaggiatori quotidiani, con una crescita costante della domanda di trasporto rapido e sostenibile.
Il sogno del Ponte sullo Stretto di Messina
C’è un’opera che è espressione del bisogno di connessione e di trasporti piu efficienti. Quell’opera è il Ponte sullo Stretto di Messina, strada e ferrovia insieme, percorso diretto per automobili e treni veloci che dalla Calabria corrono per raggiungere la Sicilia. Da oltre cinquant’anni se ne discute come di una sfida visionaria, capace di unire fisicamente Sicilia e Calabria e il 6 agosto del 2025, dopo decenni di progetti e rinvii, il CIPESS (il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica e lo Sviluppo Sostenibile) ha approvato il progetto definitivo registrando un altro importante passo in avanti verso l’inizio dei lavori.
Il progetto prevede che il ponte, lungo 3.660 metri con una campata di 3.300 metri, sarà il più grande ponte sospeso del mondo, unendo le due sponde con un’infrastruttura ingegneristica senza precedenti. L’opera sarà dotata di due carreggiate stradali con tre corsie ciascuna (due di marcia e una di emergenza) e una sede ferroviaria a doppio binario, con una capacità massima di 200 treni al giorno e di 6.000 veicoli all’ora.
Il progetto verrà realizzato da un consorzio internazionale, Eurolink, guidato da Webuild , insieme ad alcuni dei più importanti player di riferimento nel settore come: il Gruppo Sacyr (Spagna), già partner di Webuild per il progetto di ampliamento del Canale di Panama; IHI (Giappone), che ha realizzato ponti come l’Akashi in Giappone, l’Osman Ghazi in Turchia sul Bosforo e il Ponte sul Danubio a Braila in Romania con Webuild; insieme ad altri partner italiani di Eurolink, tra cui Condotte e Itinera.
Per il Sud Italia il Ponte sullo Stretto rappresenterebbe una svolta storica: non solo un simbolo di connessione, ma la condizione per integrare pienamente la Sicilia nei corridoi europei di mobilità, aprendo a nuove opportunità di commercio, turismo, sviluppo industriale. Un’infrastruttura di trasporto che parla al futuro, ma che già oggi incarna la tensione dell’Italia a superare i propri limiti geografici.